La sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico Alessandra Todde (M5S) è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
Sul lavoro al Mise con Giorgetti. “Come mi trovo con un leghista? Se il leghista è il ministro Giorgetti bene, è una persona pragmatica e molto presente anche per quanto riguarda le aziende –ha affermato Todde-. In questo momento bisogna lavorare per il Paese, indipendentemente dall’appartenenza politica”.
Sul governo Draghi. “Le competenze contano eccome, soprattutto in un momento come questo in cui il Paese ha bisogno di essere ricostruito. In questo momento i dibattiti politici sono poco interessanti, alla gente interessa parlare di futuro. Dobbiamo pensare a far sopravvivere le aziende e riprogettare le nuove filiere del Paese. Noi abbiamo voluto fortemente il Ministero della transizione ecologica, su tutto quello che sarà il futuro noi saremo presenti, anche con dei nuovi modelli di sviluppo. Molte aziende vanno in crisi perché hanno prodotti vecchi e non più competitivi, in un momento come questo bisogna anche avere il coraggio di capire che cosa serve per stare sul mercato ed essere competitivi. Draghi ha portato sobrietà, promesse che possono essere concretizzate, credo che il messaggio più importante del suo intervento di ieri sia stato questo, poter dire le cose come stanno e dire le cose che possono essere fatte, non promettendo mari e monti. Le linee guida sono: sobrietà, rimboccarsi le maniche e fare”.
Sul settore siderurgico. “E’ importante avere un piano siderurgico nazionale che faccia capire a noi che tipo di ruolo vogliamo giocare nel settore dell’acciaio. L’Ilva di Taranto è nata quando c’era un produzione di massa di acciaio che non è più una produzione che nel nostro Paese può essere sostenuta. Noi dobbiamo fare i conti con il fatto che il mercato di massa non lo possiamo più sostenere, bisogna lavorare per fare in modo che la siderurgia si trasformi in un contesto molto meno inquinante rispetto al passato. Noi possiamo lavorare sulla nicchia, essendo consapevoli però che le materie prime ci servono, non possiamo restare senza alluminio e acciaio”.
Sulla vertenza Treofan di Terni. “Dopo che l’azienda ha nominato un liquidatore annunciando licenziamenti, siamo riusciti attraverso una battaglia dura ad ottenere 12 mesi di cassa integrazione. Questo ci consentirà ovviamente di poter pensare ad un processo di reindustrializzazione di quel sito. Una delle strade che stiamo percorrendo è cercare di capire con altre aziende del settore in che modo possiamo supportarle per l’acquisizione dello stabilimento. Ciò che è sicuro è che combatteremo per fare in modo che l’attività produttiva del sito di Terni possa sopravvivere ed essere incentivata”.