Il sociologo Maurizio Fiasco è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sui controlli delle forze dell’ordine per il rispetto delle norme anti-covid. “Consideriamo che è più di un anno che siamo coralmente sottoposti ad una sfida, ad una pressione –ha affermato Fiasco-. Abbiamo quindi scoperto che ognuno dipende dagli altri. La questione dei controlli assume un carattere molto diverso se si tratta di controlli a termine o di controlli a tempo indeterminato. Il punto è come noi cittadini percepiamo questi controlli, se come uno strumento per proteggerci o come un’incombenza dalla quale cercare di evadere. La riduzione dei controlli si deve soprattutto ad una riduzione di significato del mandato che i cittadini conferiscono a coloro che esercitano il controllo. La prima fase della risposta popolare alla pandemia è stata una risposta patriottica. Assembramenti che abbiamo visto in tv e per strada nella prima fase non accadevano perché la cognizione che per uscire da quella situazione occorreva l’autodisciplina di tutti era fortissima. Il cittadino ha sentito la doppiezza dei messaggi e quando i messaggi in questa tragedia sono doppi producono degli effetti”.
Sul post pandemia. “Il dopo va progettato, va delineata una modalità dell’esistenza del dopo, è necessario per la tenuta e per la rapidità della costruzione. Attorno ad alcuni valori condivisi: l’equità, il lavoro, la solidarietà, va costruita una dottrina della ricostruzione. Il buco sta proprio in questo. I controlli e le regole perdono significato di giorno in giorno perché non sono associati alla proiezione di un orizzonte”.