Giovanni Sebastiani, primo ricercatore dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del CNR, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo ai dati della pandemia. “La situazione è negativa in questo momento perché ci sono dei livelli alti sulla percentuale dei tamponi molecolari positivi, così come il numero degli ingressi in terapia intensiva –ha affermato Sebastiani-. Questo vale soprattutto in alcune regioni dove c’è un aumento esponenziale. La crescita non è lineare, il rischio è che si proceda con un raddoppio dei casi in 5-6 giorni. In alcune regioni la diffusione sta avvenendo più velocemente rispetto a quella di ottobre, quando c’era un tempo di raddoppio di sette gironi”.
Sulle scuole. “E’ stato un grosso errore riaprire le scuole sia a ottobre sia adesso. Aumentano gli studi che mostrano il nesso causale tra l’attività didattica in presenza e l’aumento della diffusione del virus. Le regioni che hanno ritardato l’inizio delle scuole sono quelle che hanno avuto un minore aumento percentuale della crescita delle terapie intensive. L’indice rt diminuisce del 35% quando si passa dalla didattica in presenza a quella a distanza. Le misure restrittive del periodo natalizio ci hanno permesso di passare dal 13% dei positivi all’8%, lasciando chiuse le scuole saremmo arrivati al 3%. Convincere le persone che bisogna mettere in atto misure restrittive quando sembra che non sia necessario non è facile, però mettere in atto le stesse misure in ritardo di due settimane comporta che per avere un effetto benefico la durata delle misure si allunga. Non è l’attività scolastica in sé a far aumentare i contagi, è l’attività extra-scolastica: il trasporto da casa a scuola e viceversa, ma anche attività sociali dopo la scuola, il problema è che non tutti i ragazzi usano la mascherina in quei casi, bisognerebbe sensibilizzare in questo senso e coinvolgerli in attività”.