TV on demand: è l’ultimo step dell’evoluzione tecnologica televisiva. Alcune piattaforme sono nate e pensate esclusivamente on demand, altre danno la possibilità all’utente di fruire online contenuti trasmessi in diretta, in altri giorni e ad altri orari. Netflix, per esempio, è una piattaforma differente rispetto a RaiPlay. Non solo, alcuni di questi portali danno la possibilità all’utente di accedere gratuitamente, altri sono a pagamento. Per questo, la televisione on demand stravolge il rapporto spazio-temporale che l’utente ha dovuto osservare sino ad ora.

La regina degli scacchi, L’ultimo paradiso

Ricordate quando le radio, tramite internet e i siti web, cominciavano a proporre le trasmissioni in podcast? Si trattava di piccoli spezzoni audio da riascoltare online, liberamente. Ecco, con la tv on demand è accaduto qualcosa di simile. Alcune trasmissioni è possibile recuperarle dal web, altre vengono prodotte e programmate dalla società stessa, come ad esempio “La regina degli scacchi”, o a “L’ultimo paradiso”. Si tratta di prodotti cinematografici pensati e trasmessi unicamente in rete, su una specifica piattaforma.

Cosa cambia?

Tv on demand: cambia la produzione, la fruizione, e la crescita parallela alla televisione generalista, che non ha arrestato il proprio processo di trasmissione e crescita, e che probabilmente sarà costretta a rinnovarsi, o ad incrementare la funzione all-news: come? Quando? Proviamo a rispondere questa sera alle 17, su Cusano Italia TV, con Daniele Di Giorgio, esperto di comunicazione dell’Università Niccolò Cusano, con il professor Alessandro Alfieri e col sociologo Francesco Marrazzo.

L’anno pandemico

Mentre l’introduzione di internet, e del digitale, cambiava la fruizione mediale e l’interesse degli utenti, verso un mezzo comunicativo divenuto obsoleto col tempo, il periodo pandemico ha dato la possibilità ai fruitori di recuperare il rapporto con la televisione, a tutti i livelli. Netflix, infatti, ha registrato un raddoppio degli utenti iscritti. Possiamo quindi affermare che anche il mezzo televisivo cambia, senza perdere il potere sugli altri media, e avvicinandosi alle esigenze di un pubblico sempre più digitale, e globale.