Il senatore Elio Lannutti è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Lannutti è tra i 15 senatori del M5S che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi e sono stati espulsi. “Non mi sento rispettato –ha affermato Lannutti-. Questa decisione ricorda vecchie dittature. Per un movimento basato sulla democrazia diretta, sulla trasparenza, sulla legalità, non è ammissibile che qualcuno su facebook dica che sono espulsi 15 dissidenti. Bisognerebbe vedere se aveva il potere di farlo. Faremo ricorso contro questa decisione. Stiamo valutando anche di impugnare il quesito su Rousseau. E’ come chiedere: tu vuoi vivere o vuoi morire? Io non ho potuto rispettare la decisione degli iscritti perché uno come me che ha passato la vita a denunciare imbrogli e abusi non può accettare un quesito come minimo ingannevole. Draghi e il suo mondo sono l’opposto della ragione sociale del M5S e della ragione sociale che mi portò a fondare l’Adusbef. Draghi lo incontrai quando venne in commissione finanze ai tempi di Lehman Brothers, dopo l’audizione io mi allontanai con un senatore di FI nel luogo opposto all’uscita, arrivò il governatore Draghi e mi chiese: perché lei ce l’ha con me? Io gli risposi che non ce l’avevo con lui a livello personale. Io vengo da una famiglia di braccianti di una contrada dell’Abruzzo, sono cattolico, anche se nella mia vita ho aiutato la povera gente da laico, quindi rispetto anche la cosiddetta redenzione, però nel peso della valutazione io ho ancora nei miei occhi un’immagine che resterà indelebile e che rende incompatibile il presidente Draghi con i diritti umani. Quell’immagine riguarda la Grecia, quando Draghi era presidente della Bce e dispose la chiusura dei bancomat. Allora si disse che il dolore del popolo greco doveva pagare. Immagine di madri che non potevano neanche dare il latte materno ai figli perché si era essiccato nei seni per il dolore e alla disperazione. Chi ha disposto la chiusura dei bancomat è Mario Draghi con il parere di una società privata che è ancora secretata”.

Su Beppe Grillo. “Beppe lo conosco dal 1994, io rispetto tutti, anche lui. Ha voluto fare delle scelte, non siamo in una dittatura dove fideisticamente dobbiamo rispettare quelle scelte”.

Sul suo futuro politico. “Il sonno della ragione che genera mostri ha fatto innamorare di un commissario straordinario a gestire i fondi perché si riteneva che Conte non fosse all’altezza. Io non ho la sindrome di Stoccolma e non mi innamoro dei miei carnefici. Io sto facendo la mia buona battaglia, ma qualora fossi espulso dal M5S darò la mia mano. Per formare un nuovo gruppo parlamentare ci vogliono almeno 10 senatori e un simbolo”.