Gregorio De Falco, senatore del gruppo Maie-Europeisti, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul governo Draghi. “Noi da subito ci siamo accorti responsabilmente del fatto che non si dovesse perdere tempo –ha affermato De Falco-. Abbiamo sperato di poter dare continuità al vecchio governo, per affrontare gli aspetti fondamentali dell’emergenza sanitaria e della crisi economica. Tuttavia il governo vecchio non ha retto a causa di eccessivi personalismi e si è sfasciato. Ma nel momento in cui il Paese è in difficoltà le energie migliori vengono fuori. Adesso abbiamo il premier incaricato Draghi che sta indicando una squadra sicuramente ambiziosa, ma di grandissima prospettiva e che rilancia la speranza sia per l’attualità sia per le generazioni future, per le quali ci stiamo impegnando con un debito enorme ma che dovranno trarre utilità da questo debito. E’ importante che ci sia la consapevolezza della gravità della situazione, ma anche della possibilità di cambiare paradigma. Oggi c’è da fare una battaglia sanitaria, un contrasto forte al virus e un efficace piano vaccinale, e il Recovery Plan. I ristori devono essere resi più funzionali alla ripresa e che quindi abbiano anche un senso di formazione del lavoro, in modo tale che le attività lavorative che non possono andare avanti possano essere riconvertite, attraverso un percorso di formazione dei lavoratori. Vanno tutelati settori fondamentali della nostra economia, come il turismo. Di Draghi mi ha colpito la piena consapevolezza della situazione, ha una chiara visione. Lui non è il tecnico che sta dentro le regole, lui le regole le usa come strumenti per raggiungere il fine, quindi rompe gli schemi, come ha fatto con il ‘whatever it takes’. E’ sicuramente un fuoriclasse. Quando inventò il quantitative easing, in funzione della stabilità monetaria, i tedeschi portarono la questione alla propria Corte costituzionale, convinti di poter fermare questo provvedimento. La corte tedesca invece diede torto alla Bundesbank. Ecco perché mi viene da ridere quando sento dire che è un tecnico e non un politico, per quello che ha fatto ha dimostrato di essere un grandissimo politico”.
Sul voto M5S sulla piattaforma Rousseau. “Grillo si rende perfettamente conto che la piattaforma altro non è che uno strumento interno all’associazione, dovrebbe servire come strumento di consultazione per creare la volontà interna dei 12mila iscritti all’associazione che possa poi essere rappresentata dagli eletti. Ma questa non può sostituire né i milioni di elettori che hanno votato il M5S alle elezioni del 2018, né influire sulle istituzioni, annullando la responsabilità politica degli eletti, sarebbe troppo comodo. Allora gli eletti cosa ci stanno a fare? Perché sono pagati, a che titolo?”.