La reazione delle città alla pandemia: ne abbiamo parlato con Daniele Paragano, docente di Geografia Politico-Economica dell’Università Niccolò Cusano e con Pietro Dipalo, manager e docente di Informatica, dello stesso Ateneo.
La trasformazione delle città
“Gli effetti, anche politici, della pandemia si stanno manifestando in maniera significativa. Da un paio di decenni, le città hanno cominciato ad investire sul turismo e sui servizi – ha osservato il prof. Paragano – tutti settori che stanno accusando un grave colpo economico. Il lato positivo è la riscoperta dei legami territoriali, le famose relazioni di vicinato, soprattutto in zone periferiche delle città. Il centro è meno attrattivo, per tanti motivi.”
Il futuro delle città
La reazione delle città al Covid-19, l’uso e la conoscenza delle tecnologie, sono gli aspetti salienti su cui abbiamo voluto stringere il focus, durante la trasmissione. L’impossibilità di uscire di casa ha obbligato le popolazioni ad uso massiccio e improvviso della rete, il che ha fatto emergere tutte le disfunzioni del caso. “Le connessioni mobile sono abbastanza sviluppate, la rete c’è e funziona, salvo zone svantaggiate del Paese. Il wi-fi pubblico, invece, è il problema, è poco sviluppato – ha sottolineato Pietro Dipalo – le connessioni senza cavo sono a rischio sicurezza, hanno molti disturbi.”
L’Italia e gli altri Paesi europei
L’Italia, quindi, ha reagito come tutti gli altri Paesi con qualche pecca in più. E’ evidente che i nostri disservizi sono differenti da quelli riscontrati all’estero. “Su alcune cose siamo avanti – ha affermato Pietro Dipalo – sono fiero di essere italiano, siamo creativi, che non significa essere svogliati. Nella ristorazione, ad esempio, gli italiani sono apprezzatissimi in tutto il mondo. I tedeschi, o gli inglesi, nell’imporre le regole portano i cittadini a rispettarle.”
L’accesso alle tecnologie
La reazione delle città alla pandemia ha aumentato il gap tra coloro che sanno usarle e gli altri. “L’accesso e l’uso delle nuove tecnologie è diverso, tra le persone e a seconda delle regioni – ha detto il professor Daniele Paragano – accanto al riequilibrio tecnologico sarebbe opportuno un incremento e riequilibrio delle competenze: tutti utilizziamo internet, ma non tutti sappiamo farne lo stesso uso.”
Le zone rurali d’Italia non sono competitive con le città
Assistiamo, quindi, ad una crescente spinta a spostarsi nei piccoli centri: si vive meglio, si risparmia, ma i servizi non solo gli stessi. “Le persone, oltre al problema della rete, devono fare i conti con la scarsa, o inesistente, offerta dei servizi culturali. Di fatto, noialtri che viviamo in città non sappiamo come reagiremo, non sappiamo quando torneremo a cinema, ad esempio!? – si è congedato Paragano – le nuove generazioni crescono con una certa familiarità verso piattaforme digitali come Netflix, e non coi cinema, come una volta: lo smart – working e la pandemia hanno portato alla depolarizzazione delle città.”