Egle Possetti, portavoce Comitato parenti vittime Ponte Morandi, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul processo per il crollo del Ponte Morandi. “Ieri è stata una giornata convulsa perché alcune documentazioni sono state aggiunte soltanto all’ultimo e le difese hanno chiesto di avere qualche giorno di tempo per poter esaminare questi documenti, quindi abbiamo temuto che potesse essere rinviato tutto. Invece adesso si sta lavorando su alcune parti introduttive poi credo che ci sarà qualche giorno di sospensione per esaminare i documenti, ma l’importante è che sia partito questo incidente probatorio. Per il momento però non credo si entrerà nel vivo del procedimento. Abbiamo l’impressione che dal procedimento emergerà che quel ponte andava chiuso 10 anni fa. Le parti metalliche, la corrosione che aveva, fa pensare che il problema non fosse degli ultimi tempi. In ogni caso, queste cose dovranno emergere dal processo perché solo in quel caso avranno valore. Sappiamo bene che a volte in Italia non paga chi ha sbagliato, lo abbiamo visto anche con Viareggio, però noi faremo di tutto perché non avvenga. Le nostre famiglie hanno assunto un perito perché per noi è determinante che possa darci delle indicazioni puntuali che vanno ad incrementare quelle previste dai periti della procura e da quelli nominati dal giudice”.
Alcuni parenti delle vittime hanno rifiutato risarcimenti. “Anche io nel mio piccolo ho rifiutato le offerte che mi hanno fatto. Se non rifiuti non puoi diventare parte civile. E’ una cosa di cui a me non piace molto parlare per rispetto nei confronti di quelle persone che invece hanno dovuto accettarle. Io ho potuto rifiutare perché ho un lavoro, persone che non hanno potuto rifiutare non è giusto che vengano trattate male”.
Sulla riforma della giustizia. “C’era un progetto di miglioramento della giustizia, caso strano che anche questo sia stato uno dei motivi per cui il governo precedente è caduto. Sarà vero che tutti abbiano interesse che le cose migliorino? I processi non devono durare 11 anni e mezzo come Viareggio, non ha alcun senso, i processi devono essere brevi”.