Riapertura dei musei: le regioni gialle possono ripartire con gli ingressi contingentati, e nel rispetto delle norme anti Covid-19, nei giorni feriali. Per la gioia degli addetti ai lavori e dei veri cultori dell’art, sebbene la sensibilità collettiva sia interessata in maniera superficiale alla riapertura di luoghi simili, e di fatto poco partecipe alle attività. “Nei musei si va in occasione della gita scolastica, infatti, per una visita d’istruzione e finisce tutto lì,” ha fatto notare il professor Marxiano Melotti, docente di Sociologia dei Processi Culturali e direttore del Master Musei e Valorizzazione del Patrimonio Culturale, dell’Università Niccolò Cusano.

Gli stereotipi sociali

Riapertura dei musei: la collettività percepisce luoghi simili come strutture in grado di essere apprezzate e raccontate da critici, intenditori. “Le influncer non avrebbero i titoli giusti per raccontare i musei, il caso Chiara Ferragni agli Uffizi ne è un esempio – ha aggiunto il professor Melotti – gli stereotipi sociali sono tanti: d’arte non si vive, la conoscenza dell’arte non è prioritaria tra i bisogni dell’uomo: abbiamo ereditato una dicotomia che funziona male; abbiamo difficoltà a gestire l’eredità artistica dei secoli passati e la contemporaneità.”

Strutture pubbliche e private

I musei si suddividono in strutture pubbliche e private, e per questo ci sono grandi differenze di gestione. Agli occhi dei cittadini, “le strutture pubbliche sarebbero nobili, mentre quelle private sono il male assoluto. Introdurre il privato nel pubblico significa svendere, mercificare. Di fatto, il pubblico interagisce col privato senza governare il rapporto, lo gestisce con imbarazzo – ha sottolineato Marxiano Melotti – senza dimenticare che le grandi mostre sono attività private che utilizzano gli spazi del pubblico per realizzarsi. L’altro problema è quello economico: i soldi li fai col turismo, coi numeri, tutto si basa sui biglietti venduti, sulla quantità, non sulla qualità. Si tratta di un modo legittimo di fare, ma limitato. Il sistema privato è più libero di gestire, creare collaborazioni, cercare aziende e sponsor, ma finisce col cedere alle lusinghe dell’amico denaro.”

La fotografia e l’iniziativa Roma Fotografia Freedom 2021

Alla luce di quanto detto è evidente che il malessere del sistema artistico è dovuto a stereotipi non superati. Non va meglio con la fotografia, “è considerata la Cenerentola del mondo dell’arte. Stiamo cercando di portare alla luce la condizione attuale del mercato dei fotografi – ha osservato Maria Cristina Valeri, Presidente di Roma Fotografia – cerchiamo di coniugare la qualità senza dimenticare i vincoli della bigliettazione. Il ritorno economico è importante per la sopravvivenza, ma non è il cuore del nostro lavoro.”