Giuseppe Foti, presidente Siaarti Lombardia (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) è stato ospite del programma “L‘imprenditore e gli altri” condotto dal fondatore dell’Unicusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
Sui ricoveri in terapia intensiva. “I ricoverati in terapia intensiva per covid non sono così anziani, l’età mediana oscilla tra i 60 e i 65 anni –ha affermato Foti-. Il covid ha preso in forma grave anche persone di 30-40 anni”.
Sugli effetti post-covid. “Su questo mi sento di tranquillizzare. Seguendo i pazienti che abbiamo dimesso, anche quelli molto gravi che erano stati in terapia intensiva, hanno avuto dei recuperi funzionali molto buoni e degli strascichi molto limitati. Paragonandoli ad altri pazienti degli anni passati, direi assolutamente che non stanno peggio. Ovviamente ci vuole un po’ per recuperare dal covid, ma vengono fuori bene”.
Sulla situazione delle terapie intensive. “La situazione rispetto ai mesi scorsi è globalmente migliore. Abbiamo margine, abbiamo anche un programma di riapertura dei posti letto secondo i livelli di accesso dei pazienti già dal pronto soccorso. Noi abbiamo dei campanelli di allarme, che ci dicono se tra una settimana o tra due le terapie intensive saranno invase. Quando cominciano ad aumentare i tamponi positivi è un primo segnale. Per quanto riguarda il personale, è stanco, io ad esempio sono stufo di trattare tutti questi pazienti, perché sentire parlare e trattare di covid per 11 mesi è sicuramente impegnativo. Gli anestesisti, a livello numerico, sono sempre stati carenti, ma questo non è mai stato un fattore limitante per l’apertura di letti in terapie intensiva. Il problema è più serio quando si parla di infermieri. Purtroppo noi abbiamo questo problema di considerare gli infermieri tutti uguali. L’infermiere di terapia intensiva è una professionalità capace di fare determinate cose, che non si possono improvvisare. Fare un posto di terapia intensiva non vuol dire comprare un ventilatore, bisogna innanzitutto costruirli fisicamente e poi ci sono le competenze”.
Sui medici no vax. “Mi è incomprensibile, è oscurantismo. So esattamente quali sono i dubbi sul vaccino, ma abbiamo idea di cosa voglia dire 80mila morti? Io non ho avuto il minimo dubbio nel fare il vaccino. Non c’è discussione”.