Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Italia Viva, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla crisi di governo. “Purtroppo le difficoltà economiche e sanitarie sono gigantesche e nelle prossime settimane la situazione potrebbe essere ancora più difficile, per questo serve una squadra di eccellenza con un progetto di eccellenza per affrontarla –ha affermato Rosato-. E’ quello che proviamo a dire da mesi. Soffriamo un immobilismo ed una mancanza di scelte che pesa in una situazione di emergenza molto più che in una situazione ordinaria. Io non penso che Conte abbia fatto tutto male e che tutti i ministri siano inadeguati, ma penso che o c’è uno scatto vero da parte di tutti noi oppure le cose non si mettono a posto. Non basta scrivere il Recovery. Io penso che ci siano lacune gigantesche sul documento, ma anche se fosse il miglior documento del mondo, io sono molto preoccupato per l’applicazione di questo piano. Per questo, in questa situazione di emergenza, siamo convinti che ci voglia uno scatto di orgoglio, di capacità, di energia. Prima che il cambio dei ministri, c’è il programma su cui lavorare e lo stile con cui ci si lavora. Noi a luglio abbiamo salutato in aula con soddisfazione l’arrivo delle risorse europee all’Italia e abbiamo chiesto di iniziare da subito, invece abbiamo ricominciato a parlare di Recovery a dicembre. Bisognava sapere coinvolgere tutti quei pezzi della società che sanno mettere in campo idee, progettualità e proposte. Bisogna cambiare il metodo di lavoro e avere il coraggio di scegliere. Ad esempio, sul Mes, almeno un tavolo per discutere se il Mes conviene vogliamo farlo? Posso avere il piacere di capire perché non si vuole prenderlo? Non è solo una questione di uomini, è anche una questione di uomini, ma soprattutto cominciamo a capire con che schema gioca questa squadra”.

 

Su Conte. “Intanto dovrebbe fare un colpo di telefono, quello che non ha mai fatto. Quando c’è una crisi la colpa non è mai di uno. In questo caso, il premier, dopo che siamo andati lì a consegnargli un documento, non ci ha mai chiamato. Se non gli interessa quello che pensiamo e neanche ci risponde, vuol dire che forse neanche l’ha letta. La prima cosa è vedersi e capire se ci sono i margini per andare avanti. Io, per carattere, trovo sempre i margini per fare le cose. Ma penso che il non parlarsi mai non abbia aiutato in questa vicenda”.

Sul PD. “Penso che anche l’interesse del Pd sia quello di migliorare questo governo. Se non siamo in grado di guidare bene il Paese in questa fase drammatica, nel 2023 arriveranno Salvini e Meloni, magari anche godendo dei benefici delle cose che abbiamo fatto. Dal Pd mi aspettavo una sponda, anche dal punto di vista culturale, sui temi che abbiamo sollevato”.

Sull’ipotesi Conte ter. “La cosa più semplice è che il governo Conte, rigenerato, riparta. Può darsi anche che trovino i responsabili. I costruttori è un’immagine molto bella del Presidente Mattarella, ma che io non sfrutterei. Io questa fase vorrei un governo con l’80% del parlamento, quindi non è che mi darebbe fastidio la presenza di responsabili”.