Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FDI) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sui fatti di Washington e la crisi delle democrazie occidentali. “A me sembra che l’occidente fosse già in crisi a ridosso della caduta del muro di Berlino, non sono state tanto le rivoluzioni popolari ma quelle economiche ad abbattere il muro di Berlino –ha affermato Rampelli-. Però questa crisi ad un certo punto è degenerata. Nel 9 novembre 1989 si poteva segnare il trionfo delle democrazie liberali, invece è cominciata la crisi, il declino. Forse perché eterodirette dal mercato globale, le democrazie si sono fatte gestire da altri poteri. Ai tempi, il coefficiente di resistenza rispetto ai poteri economici esisteva, poi sono arrivati i poteri finanziari sovranazionali che hanno travolto le identità, le appartenenze, e infine si è aggiunto il potere mediatico, il colpo di grazia l’hanno dato i social. Nessuno può dare un giudizio positivo sull’atteggiamento di Trump, però vedere Twitter che censura il presidente americano in carica ti dà l’idea di chi comanda oggi nel mondo. Talvolta chi gestisce queste piattaforme si colloca al di sopra delle Costituzioni dei Paesi. Vedere che adesso il padrone del vapore è chi detiene il circuito del web un po’ spaventa. Prima c’era sì il potere editoriale, talvolta distinto dal potere economico, poi i poteri economici hanno comprato i giornali, ora questo potere mediatico diffuso dalle piattaforma social non è distinto dai poteri economici, ma è una sorta di triplicazione di questi poteri economici. Di fronte a questo, la democrazia intesa come potere dei cittadini dove si colloca nella piramide dei poteri di questo millennio? Già nel 2001 è accaduto questo strappo quando abbiamo accettato che entrasse nel mercato globale la Cina, regime comunista totalitario che sfrutta il lavoro minorile e delle donne e non rispetta l’ambiente, fa concorrenza sleale”.
Sulla rivolta dei sostenitori anti-trump. “Un folklore inguardabile che ridicolizza il concetto di rivoluzione, di rivoluzioni ne ho viste tante ma nessuna capitanata dall’Attila di Diego Abatantuono. Mi viene però il sospetto che non ci sia più la capacità di far diventare serio il dissenso. Pur non avendo particolare simpatia per Trump, riconoscevo nella middle class americana una bella sfida che si è dispersa in questa pagliacciata, che però non possiamo chiamare così perché ci sono 5 morti sul campo. Vedo un mondo in sofferenza, la borghesia occidentale che è stata fatta scivolare ai confini della povertà e si trova dominato da poteri tirannici che disconoscono il concetto stesso di democrazia e non lasciano accedere chi produce alle leve di comando della società”.
Riguardo alle polemiche sulla mancata presa di distanza di Meloni. “Tutti i cittadini sanno che Giorgia Meloni è una persona seria, che approfondisce e che un’idea di società che non ha niente a che vedere con la violenza, quindi non c’è nessun accostamento possibile con questa roba. Se gli altri vogliono dire che siamo coloro che sponsorizzano le rivolte dei barbari con le corna al Congresso, spero che i cittadini abbiano la capacità per capire che non è così”.