Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo alle polemiche sulla sua frase “Un lombardo malato di covid vale di più di un laziale” . “C’è stata una sintesi giornalistica che ha decontestualizzato un pezzo di un ragionamento più ampio –ha affermato Ciocca-. Il conduttore della trasmissione ci spingeva a riflettere sul fatto che, secondo quanto riportato da Ansa, Arcuri voleva destinare più dosi di vaccino al Lazio rispetto alla Lombardia. L’altro ospite della trasmissione ha detto che è dovuto al fatto che a Roma ci sono i ministeri. Non si può pensare di dare la priorità ad un ministeriale rispetto a chi è un lavoratore front office in prima linea, un commesso, un magazziniere, qualunque lavoratore che non può stare in smart working. La sintesi giornalistica è stata: vale più un lombardo che un laziale, cosa che non ho mai detto. C’è stata una strumentalizzazione giornalistica che mi dispiace perché chiunque avrebbe pensato che 200mila vaccini in più per il Lazio sarebbe un’ingiustizia per tutte le regioni d’Italia. La distribuzione deve tener conto del personale medico, delle forze dell’ordine, delle persone fragili, bisogna andare in percentuale rispetto al numero di abitanti e poi ci deve essere un ragionamento legato al tipo di lavoro che si fa, un ristoratore non può lavorare in smart working. Io ho detto che se si ammala un lavoratore lombardo del privato e si ammala un ministeriale, il privato crea danni superiori dal punto di vista dell’effetto domino del contagio. Un lavoratore di un supermercato incontra centinaia di persone al giorno durante il suo lavoro”.