Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo al suo ‘ritiro’ dalla scena pubblica. “Compiuti 70 anni ho capito che è arrivato il momento di appendere le scarpette al chiodo –ha affermato Di Pietro-. Ogni età ha la sua fase, questa è la fase in cui si guardano le stelle e si aspetta di andarle a trovare”.
Sulla situazione in Italia. “Mi pare non ci sia niente di nuovo sotto al sole, si litiga e si tira a campare. E’ un’Italia fatta di sofferenze e di furbizie. Guardate il caso del covid, ce la prendiamo tutti i giorni con qualcuno che dice una cosa e poi dice un’altra, ma se guardiamo a noi stessi non stiamo attenti. C’è sempre bisogno che te lo dica il governo cosa devi fare e non fare. Il giorno dopo siamo tutti bravi a dire come andavano fatte le cose. Io non sono amante di questo governo, avrà fatto sicuramente degli errori, ma alla critica a tutti i costi non ci sto. Dopodichè, se faccio il cashback e poi ti dico che non devi uscire a spendere, è ovvio che ci sia una contraddizione. Dittatura sanitaria? Non ho mai visto una dittatura che nasce per forza, nasce sempre quando le folle applaudono. Questa non c’entra niente con la dittatura, non confondiamo il tragico col ridicolo. Conte è un bel prete che sa predicare bene, parla sempre al futuro: faremo, diremo, ma anziché raccontare quello che c’è da fare lo faccia”.
Su Renzi. “Ci siamo antipatici a vicenda, ma questo non vuol dire che non bisogna ascoltarlo. Renzi ha posto questioni serie e vere: non potete sostituire il parlamento e il governo nella gestione dei fondi europei e non potete mettere in una fondazione i servizi segreti. Quando Renzi dice queste cose anziché dire: mammamia quanto mi sta antipatico Renzi, bisognerebbe pensare che forse c’ha ragione. Organizziamoci per fare in modo che questi soldi ce li freghino o che non riusciamo a spenderlo, ma questo non vuol dire mettere mille lacci e lacciuoli. Mettiamo in campo dei progetti e poi chi sbaglia paga, purtroppo spesso nel nostro Paese chi sbaglia non paga anche perché spesso il magistrato parte con la montagna per poi partorire il topolino. Io sono consapevole di aver creato dei dipietrini nella magistratura e me ne pento”.
Sul M5S. “Per me è stata un’operazione importantissima per convogliare la rabbia dei cittadini nelle urne. Poi per governare bisogna imparare, ma adesso non è più il tempo di imparare, è il tempo di vedere cos’hai imparato. Nel Paese c’è bisogno di una forza di opposizione credibile. Non condivido tante delle cose che dice Di Battista, ma preferisco un Di Battista a capo del M5S piuttosto che quella massa di approfittatori che utilizzano il Movimento per fare ciò che conviene a loro. Io preferisco la coerenza, meglio un Movimento con a capo Di Battista piuttosto che questa DC che va a fare le verifiche di governo”.
Sul Natale. “Sono solo in campagna, non faccio riunioni. Sicuramente mangerò il maialino, anche se gli animalisti si arrabbieranno”.