Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
La crisi del Covid ha fatto emergere un deficit di medici nelle strutture pubbliche: sempre più laureati e medici, sempre meno professionisti nella sanità pubblica. “Di camici bianchi intesi come laureati in medicina ne abbiamo e ne avremo in abbondanza, mancano gli specialisti –ha affermato Palermo-. Veniamo da una programmazione dei fabbisogni di formazione post-laurea che è fallimentare. Il virus ha messo in evidenza ancora di più questa carenza, che noi avevamo già prospettato nel 2011. Eravamo in epoca di spending review, sono stati ridotti non solo i posti letto e le assunzioni di medici e infermieri, ma anche i contratti di formazione post laurea. Qualcosa negli ultimi anni si è mosso, i contratti di formazione post laurea sono stati portati a 15mila, solo che ora bisogna insistere, ancora per 2-3 anni bisogna mantenere lo stesso numero. Dire che abbiamo 9mila posti disponibili in terapia intensiva è falso, perché considerando gli organici attuali di medici specialisti in rianimazione ed infermieri permettono la piena operativa di al massimo 7500 posti. Quelli attivabili sono solo sulla carta”.
Recovery Fund, solo 9 miliardi previsti per la sanità. “Sembra che il governo non abbia chiara la situazione che si sta vivendo negli ospedali, la fatica per i carichi di lavoro, l’angoscia, le difficoltà quotidiane. Abbiamo a disposizione un finanziamento dell’Europa a tassi negativi, il famoso Mes a 36 miliardi. Tutti hanno paura dello stigma dei mercati finanziari, ma dello stigma che ricade su quei politici che hanno rifiutato il più grande investimento nella sanità pubblica nessuno ne ha paura? Rifiutare quel tipo di finanziamento significa anche non dare la possibilità di contrastare al meglio l’epidemia”.