Paolo Berdini, urbanista e saggista, ex assessore all’urbanistica del Comune di Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. Berdini potrebbe candidarsi a sindaco della Capitale, entro Natale scioglierà le riserve. Il prossimo anno i romani sono chiamati a eleggere il nuovo primo cittadino, al momento né il centrodestra né il centrosinistra hanno calato gli assi.
Sulla sua possibile candidatura a sindaco di Roma
“Ho candidato un’idea. Ho detto che avrei sciolto le riserve sulla mia candidatura a Natale e Natale è ancora lontano. C’è una fila ininterrotta di candidati che però non dicono nulla sulla città, ho provato a fare un ragionamento sul futuro di Roma, vediamo se intorno a questa idea si riesce a costruire uno schieramento. Credo che i partiti abbiano una rete molto ridotta dal punto di vista del territorio, in periferia non c’è più quel tessuto politico a cui eravamo abituati, ci sono invece questi gruppi civici che non hanno una visibilità nazionale ma che invece hanno aiutato ed assistito centinaia di famiglie, questa è la parte di Roma che ha a cuore la città”.
La visione della Roma di domani
“Roma che affoga nel traffico deve abbracciare un concetto nuovo di città, la prima città del mondo ad applicare la rivoluzione ecologica, a dare diritto ad una casa, alla libertà di muoversi, una città che abbia linee tramviarie e parchi in periferia. Se facessimo questo, invece di essere bloccati sempre sul pessimismo, avremmo finalmente un ruolo in cui poter giocare una partita, per noi e per le nuove generazioni.
Sulla ricandidatura di Virginia Raggi
“Ricandidatura Raggi? Credo sia legittimo che un sindaco uscente voglia misurarsi con il consenso, deve osservare però che il consenso ottenuto dal M5S nel 2016 non era mai stato raggiunto da nessun’altra forza politica, il peccato mortale del M5S è stato quello di aver sprecato la maggioranza assoluta che aveva. Noi abbiamo vissuto 5 anni di disastro, la Raggi toccherà con mano che la città è molto matura per valutare se le promesse roboanti che hanno fatto sono state realizzate”.
Sullo stadio della Roma
“Sta per uscire il libro “Lo stadio degli inganni”, perché la questione dello stadio è stato un grande inganno per questa città. Il M5S aveva detto di voler combattere il metodo affaristico, invece sullo stadio loro ne sono stati pasdaran ed è questo che ha sancito la fine del M5S a Roma. Noi siamo contrari ad una speculazione immobiliare. Se la società vuole investire nello stadio ben venga, l’importante è che il terreno, il luogo ed il quadrante urbano siano decisi insieme al Comune di Roma”.
Lo stadio della Roma al Flaminio
“Temo che la dimensione dello stadio Flaminio non siano adatte ai desideri della Roma. Dando per scontato questo, si potrebbe fare la scuola dei ragazzi della Roma al Flaminio. E’ questo il mio sogno, che un imprenditore intelligente insieme ad un’amministrazione comunale che abbia la schiena dritta riesca a trovare le risorse per farlo. Io spero ancora che lo stadio della Roma sorga a Roma, per aprire una pagina nuova nell’urbanistica italiana per risanare quartieri periferici che non hanno alcuna qualità da mettere sul piatto. Perché non proviamo a fare questo utilizzando le forze del privato?”.