Violenza sessuale: la Corte di Cassazione si è pronunciata in merito ad un caso del 2005, avvenuto a Torino. I condannati non hanno mai risarcito la vittima, e una direttiva dell’Unione Europea prevede che debba intervenire lo Stato pagando una somma risarcitoria. Ne abbiamo parlato con Gerardo Soricelli, docente di Diritto Amministrativo II della Facoltà di Giurisprudenza, dell’Università Niccolò Cusano. “Siamo parte di un Unione Europea i cui atti normativi propagano effetti giuridici all’interno dei singoli stati membri, più o meno intensamente – ha sottolineato Soricelli, a Mattina con noi, su Cusano Italia TV – la direttiva di cui lei parla è del 2004, e prevede che dovessero attuare all’interno dei propri ordinamenti il principio della riparazione tramite indennizzo equo e adeguato tramite vittime di atti violenti, quindi atti commessi con intenzione e con dolo. Il nostro Paese ogni anno emette una normativa, emana una legge, con cui recepisce le direttive europee, alcune di queste efficaci nei confronti degli stati.”

La cifra risarcitoria

Violenza sessuale: il caso avvenuto a Torino riguarda uno stupratore risultato senza redditi, quindi impossibilitato a risarcire la vittima. “Le sanzioni sono tante, la più efficace era quella del sequestro dei beni, dei redditi patrimoniali, ma nel caso che stiamo esaminando si tratta di una persona senza possedimenti – ha aggiunto il professor Soricelli – anni fa era previsto un risarcimento di quindicimila euro, successivamente ridotto. Lo Stato è stato inadempiente nel recepire questa direttiva, del 2004, e la Corte di Cassazione ha sentenziato il riconoscimento, alla vittima, di un adeguato indennizzo: risarcimento per atti con dolo. “

Si aggiunge, così, un altro obbligo per lo Stato imposto dall’Unione Europea e un altro passo in avanti verso il risarcimento sicuro delle vittime violentate è stato compiuto. Sarebbe stato meglio garantirsi che al mondo mai più nessuno violenterà nessuno, ma non è stato possibile. Per le richieste su ordinazione del mondo dei sogni serve ancora tempo.  

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