Rosetta Ingargiola, è la mamma di Pietro, uno dei 18 pescatori siciliani di Mazara del Vallo rapiti e incarcerati dalle milizie del generale libico Haftar. La signora Rosetta ha 74 anni ma con il piglio e la grinta di una ragazzina si sta battendo, da mesi, per riportare a casa suo figlio e gli altri pescatori. I familiari hanno finalmente parlato con i propri cari arrestati dopo 74 giorni di silenzio assoluto, l’ultimo contattato è avvenuto il 16 settembre. Un’apertura nella trattativa per la liberazione dopo la visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio negli Emirati Arabi Uniti. La signora Rosetta è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
La telefonata con Pietro
“Ho ricevuto questa chiamata dalla Farnesina che mi ha detto che ero in collegamento, ho sentito la voce di mio figlio, gli chiedevo come stava ma lui era preoccupato per me, mi ha detto: ‘Mamma, non sentirti male perché io ho solo te, devi stare tranquilla.’ Non ero io a dare forza a lui, era lui che dava forza a me. La gioia nel sentire la sua voce è stata immensa. Voglio riabbracciare mio figlio. Mi ha detto che sta bene, ma io sono troppo preoccupata. Mi ha detto che li trattano bene, però non l’ho sentito tanto tranquillo, deve tornare a casa”.
Le rassicurazioni della Farnesina
“Il ministero degli esteri ci ha assicurato che li trattano bene e che sta lavorando per liberarli. L’importante è che ce li rimandino a casa perché se si continua così non ce la facciamo, io specialmente”.
L’appello: fate tornare a casa i pescatori a Natale
“Il sindaco di Mazara del Vallo Quinci e anche il vescovo li abbiamo avuti vicini dal primo giorno. Gli aiuti ci sono stati, però vorremmo che si faccia in fretta perché ormai di tempo ne è passato abbastanza. Tra poco è Natale e ho tanta nostalgia, mi sento triste”.