Collezionismo di orologii: Gabriele Vittozzi,”Maître horloger”, titolare di un esercizio a Milano “I signori del tempo” e a seguire il collezionista Giampiero Campus sono intervenuti come ospiti nel programma Unicum: storie da collezione, ideato e condotto da Francesca Lauri in onda venerdì 13 novembre alle 20.30.
Un pezzo di storia
Dietro a un orologio c’è sempre una storia da raccontare. Un esempio? Quella che riguarda il Tag Heuer di Steve Mc Queen. A quarant’anni dalla sua scomparsa, Steve Mc Queen torna per farci rivivere il sogno di possedere un pezzo della sua storia: il Tag Heur indossato durante le riprese del film «Le Mans» il prossimo 12 dicembre andrà all’asta da Phillips e Bacs & Russo. Non è difficile immaginare che questo pezzo entrerà nella storia. Non dimentichiamo che, qualche anno fa, l’orologio di un altro mito del cinema, Paul Newman, ha spazzato via ogni record andando all’incanto per quasi 18 milioni di dollari. Il Rolex Cosmograph Daytona Paul Newman era costato circa 300 dollari a Joanne Woodward nel 1968: lo aveva comprato per donarlo al marito, durante le riprese del film Winning, nel quale i due comparivano insieme.
Il product placement
Giampiero Campus è un collezionista di orologi che sa apprezzare il valore della storia del mondo delle lancette. Interessante la digressione professionale:«gli orologi spesso sono stati utilizzati dalle rispettive Case nel cosiddetto “product placement”. Infatti sono numerosissimi i casi in cui modelli di diverse Case, non solo di altissimo lignaggio, sono stati inseriti in film al polso dei protagonisti e di attori rimanendo poi indissolubilmente legati a questi fino ad esserne identificati e, in qualche caso addirittura adottandone il nome. Si veda il Cronografo Daytona di Rolex che, in alcune particolari declinazioni dei quadranti, viene notoriamente denominato Paul Newman oppure il Seiko 6105 chiamato Martin Sheen o Willard, che è il nome del Capitano impersonato dall’attore perché indossato in Apocalypse Now ed era effettivamente molto diffuso tra i soldati americani in Vietnam in quanto veniva venduto negli PX Stores, gli spacci all’interno dei campi militari. Si pensi poi a James Bond, sul cui polso si sono visti modelli di diverse Case, in particolare Rolex ed Omega, ovvero anche a Steve Mc Queen con Rolex e Heuer, fino agli Hamilton Futura di Men in Black e così via. Nulla di paragonabile, naturalmente a quanto accaduto con quello che credo sia il filmato più famoso della storia dell’uomo, cioè lo sbarco sulla Luna, con l’Omega Speedmaster al polso di Neil Armstrong: In questo caso non si tratta di product placement perché l’orologio è stato selezionato dalla NASA ma certamente la portata della ricaduta in termini di notorietà è inavvicinabile per qualunque altro prodotto».
A proposito di gusto e tendenze
Scovare professionisti ed appassionati del settore e selezionarli accuratamente, è alla base di un acquisto consapevole e ha aggiunto: «da qualche anno si evidenzia una tendenza al gigantismo ingiustificato dei diametri delle casse e i designer delle Case indulgono a particolari appariscenti e chiassosi. Questo ha una spiegazione molto chiara, a mio parere, legata all’importanza dei mercati emergenti, il cui pubblico raramente si segnala per la sobrietà dei gusti».
Definire un collezionista di orologi
Secondo Giampiero Campus «non è facile definire il profilo del collezionista perché trattandosi di passione ognuno la vive a modo proprio. Molto più facile, invece, identificare quello che si chiama “appassionato turbato”, nel senso che è evidentemente affetto da qualche turbamento di orologi». E aggiunge: « scovarci è facilissimo, è sufficiente che si ponga la fatidica domanda “lei perché porta l’orologio?”. Se la risposta è “per vedere che ora è” non ha di fronte uno di noi: quando noi ci guardiamo il polso lo facciamo per guardare l’orologio, non l’ora! Allo stesso modo, se vede un motociclista che a tratti stacca la mano sinistra dal manubrio è fortemente probabile che lo faccia per evitare che le vibrazioni e i contraccolpi delle buche raggiungano l’orologio che ha al polso: quello è un “turbato”»