La Francia di nuovo in lockdown. Il Governo ha deciso di chiuder, fino al primo dicembre, bar, ristoranti, negozi e di lasciare aperte le attività essenziali. Il secondo lockdown francese sarà un po’ più soft del primo con l’obiettivo di mantenere parte delle attività produttive. Nel rispetto dei protocolli sanitari, potranno continuare i cantieri del settore edilizio, la produzione nelle fabbriche, le aziende agricole. Bambini e ragazzi continueranno a frequentare gli istituti, dalle materne ai licei. Francesco Casisa, ristoratore italiano a Parigi, titolare del ristorante pizzeria “Respiro”, è intervenuto nella trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus, per parlare degli aiuti economici che lo Stato francese ha elargito alle attività che sono state chiuse a causa del lockdown.
L’aiuto dello Stato francese alle imprese
“Con il lockdown possiamo rimanere aperti solo per l’asporto, com’è accaduto la primavera scorso con la prima chiusura. Le imprese sono state aiutate dallo Stato. Io ho avuto 1500 euro, li ho ricevuti compilando una semplice domanda on line. E’ la cifra prevista per quelle piccole aziende che hanno guadagnato meno del 50% rispetto ai redditi dello scorso anno. Non solo, lo Stato ha messo a disposizione dei prestiti con un tasso dello 0,25%, significa su 100 euro 20 centesimi. La banca mi ha chiamato e mi ha detto che se avevo bisogno c’era questa possibilità, io non ne avevo grande bisogno però ne ho approfittato perché sapevo che non mi sarebbe più ricapitato un tasso così basso”.
L’aiuto ai lavoratori
“I miei dipendenti sono stati pagati dallo Stato. Noi titolari anticipavano i soldi agli operai e dopo 15 giorni lo Stato ci rimborsava. Abbiamo sicuramente sofferto molto meno rispetto all’Italia. In primavera siamo stati chiusi circa 3 mesi e abbiamo avuto come forma di ristoro 1500 euro al mese. Per questo sono riuscito a salvarmi”.