A Roma dal 2 novembre migliaia di bambini che ogni giorno, da settembre, frequentano gli asili nido privati con un posto comunale potrebbero dover rimanere a casa a tempo indeterminato. Rischia così di deflagrare la disputa tra i gestori delle strutture e il Comune: il Campidoglio infatti, a quasi 2 mesi dalla partenza del nuovo anno educativo, ancora non ha siglato il contratto (la convenzione) con i nidi privati convenzionati. I titolari delle circa 200 strutture che ospitano 5mila bambini da 0 a 3 anni: sono esasperati e arrabbiati, i genitori sono disperati. Di questa situazione ne abbiamo parlato a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente.
I motivi della protesta dei nidi privati convenzionati
Flavia De Luca, esponente dell’associazione Onda Gialla, la più rappresentativa dei nidi e spazi be.bi. convenzionati con Roma Capitale. “A settembre e ottobre i nidi convenzionali hanno lavorato senza convenzione. Ci troviamo a lavorare in modo ‘clandestino’, in questa situazione difficile. Abbiamo iniziato l’anno a settembre, siamo stati chiusi 6 mesi, abbiamo avuto solo un mese di tempo per organizzarci. Adesso è passato un altro mese e ancora non è arrivato il contratto di convenzione da firmare. Questo comporterà il fatto di fatturare il mese di settembre non si sa quando e di vedere i primi soldi a gennaio. Come possono i nidi affrontare questa situazione senza far perdere il posto di lavoro alle educatrici? Non è possibile”.
La disperazione dei genitori
Di qui la protesta, che sta diventando una necessità: ridurre il servizio o rimandare a casa dal 2 novembre i bambini iscritti con un posto comunale, se nel frattempo il Campidoglio non dovesse sbloccare la situazione, con il rischio concreto di un grave disservizio alle famiglie che dovrebbero barcamenarsi per trovare un’altra soluzione per la gestione dei figli. I disagi di Fabrizia, la mamma di Giulia, un anno e mezzo che frequenta un nido nel XV Municipio, zona Fleming: “Giulia ha da poco cominciato a frequentare il nido e oggi termina l’inserimento e forse da lunedì l’orario verrà ridotto. Non sono qui per denunciare il disservizio del nido, quanto piuttosto per spalleggiare il nido che mia figlia ha iniziato a frequentare e dove si trova benissimo. Non capisco perché queste strutture non ricevano i fondi dovuti dal Comune dal mese di luglio. Tra l’altro c’è anche il problema del contratto non rinnovato, queste strutture sono al collasso, si stanno autofinanziando. Per me questo cambiamento rappresenta un grandissimo problema. Io lavoro come libera professionista, se non lavoro non mangio. Per non parlare del disagio che viene creato a mia figlia, che si è appena ambientata e ha bisogno di stare con gli altri bambini”.