Orietta Berti, personaggio televisivo di successa e cantante, adesso è anche scrittrice. E’ uscito il libro Tra bandiere rosse e acquasantiere, un’autobiografia, dove Orietta Berti parla di sé a partire dalla prima infanzia. “Racconto la mia vita, la mia carriera e una parte della vita di provincia della mia infanzia, con la mia solita ironia – ha detto durante l’intervista televisiva, su Cusano Italia Tv – questo non è il mio primo libro, ma il secondo. Cinquantacinque anni di carriera, ho voluto raccontare il modo di lavorare della mia epoca, e quello attuale. Mia mamma era un’attivista comunista; papà era molto più calmo, religioso, con lui andavo alle messe e alle processioni, andavo a visitare i santuari della provincia di Reggio Emilia e Parma.”
L’affetto del papà e il successo
Orietta Berti è diventata l’artista che è grazie a suo padre. “Studiava da tenore, ha riversato su di me la sua passione, secondo lui dovevo diventare un mezzo soprano, anche se non avevo i mezzi vocali adatti – ha aggiunto subito dopo – nel tempo ho incontrato molte persone che ho ascoltato. Il maestro Giorgio Calabrese, ad esempio, autore di molte canzoni e programmi televisivi, senza di lui non avrei fatto tutto questo. C’era bisogno di una persona che mi introducesse a Milano, o a Roma. Io, ragazza di campagna, non potevo immaginare di arrivare a tanto successo.”
I live dell’epoca
C’erano tante manifestazioni importanti per i cantanti, ad esempio Canzonissima, Sanremo, Un Disco per l’Estate, e tante altre piccole occasioni di visibilità, sempre di musica leggera. Noi cantanti degli anni ’60/’70 siamo stati fortunati, siamo rimasti nel cuore delle persone. Siamo cresciuti insieme a loro – si è congedata Orietta Berti – nella stesura del libro ho avuto dei collaboratori, ad esempio, Luciano Manzotti mi ha aiutata. Io con le date a volte mi confondevo: un anno per l’altro, ho fatto tantissime cose e non riesco a ricordarle tutte. Francesca Parravicini, mi ha aiutata a coordinare tutto. Non sono una scrittrice, ho avuto una collaboratrice. Vorrei dire ai più giovani di dar retta alle persone che hanno più esperienza. Da giovane sono stata molto disobbediente, poi ho capito il gioco com’era e sono riuscita, grazie ai consigli di chi ne sa più di me.”