Il vicepresidente dell’Anci e sindaco di Pesaro, Matteo Ricci (PD), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle reazioni al nuovo dpcm. “La parola più ricorrente tra noi sindaci è stata: scaricabarile –ha affermato Ricci-. Alla fine poi l’abbiamo chiarita col governo. Noi sindaci siamo abituati a prenderci responsabilità. Il punto è che non può passare che i sindaci sono sceriffi, perché non hanno la guida delle forze dell’ordine. Il rischio che abbiamo colto è che avremmo dovuto chiudere spazi di città senza però avere i poteri per controllarle. Il Viminale poi ha chiarito, noi indicheremo le aree da chiudere e i prefetti organizzeranno i controlli, quindi la polemica è chiusa. Penso che le chiusure saranno pochissime, perché non è facile chiudere una strada, una piazza e allo stesso tempo permettere l’accesso ai locali, alle case. E’ molto più facile fare i controlli davanti ai locali, mettere un paio di persone che controllino che tutti abbiano la mascherina, che non stazionino fuori dai locali. La chiusura di spazi è un qualcosa in più che prevedo verrà poco applicata. L’importante è che passi il concetto che i controlli delle decisioni prese dai sindaci spettano alle prefetture, altrimenti non ne usciamo”.

Sulle regioni. “Abbiamo vissuto un po’ male l’eccessivo protagonismo di alcuni presidenti di regione, perché quando c’è un’emergenza serve lo Stato. Noi sindaci siamo stati invece molto diligenti. Credo che le regioni in queste anni abbiano acquisito un potere improprio su alcuni temi, non sulla sanità che è giusto sia in capo alle regioni, ma spesso e volentieri su altre questioni c’è stato un meccanismo di centralizzazione regionale impropria. Bisognerebbe ridiscutere il rapporto tra Stato e regioni”.

Riguardo alla chat dei sindaci su whatsapp. “Abbiamo una chat tra sindaci molto divertente –ha rivelato Ricci-. Noi sindaci siamo tutte prime donne, ognuno pensa di essere il più bravo del mondo, ci sono competizioni interessanti, una delle più carine è quella tra me e il sindaco di Rimini, facciamo a gara a chi è più sborone. Condividiamo le cose buone che facciamo, le ordinanze. Il più copione di tutti, il cinese della compagnia è Gori. Quando facciamo qualcosa, vediamo che poi il giorno dopo la fa anche lui a Bergamo. C’è poi un po’ di campanilismo, il sindaco di Rimini ha fatto credere che a Pesaro non ci fosse il casello autostradale e voleva far uscire tutti a Rimini”.