Giallo e noir investigativo, la storia dei generi televisivi che hanno suscitato maggior interesse nelle audience, in mostra al Museo di Roma in Trastevere, fino al 6 gennaio 2021. “Il poliziesco, e tutti i generi collegati, sono sempre stati i più popolari della cultura di massa. Il fascino della trasgressione, del crimine, è indiscusso – ha osservato Peppino Ortoleva, curatore di Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai – sono format che parlano di morte non in modo funebre, ma enigmatico. Si fa i conti con la violenza, la morte, in modo interessante, spesso appassionandosi alle vicende di un investigatore che ci guida nell’inferno del crimine, ambito dove noi telespettatori non vorremmo entrare.”
La presenza femminile
“Nel giallo più classico identificare il colpevole è il principale piacere – ha aggiunto Peppino Ortoleva, su Radio Cusano Campus, a Tutto in Famiglia – nella mostra di Roma c’è una sezione dedicata alle detective donne. Le prime detective le abbiamo viste intorno al 1964, erano figure femminili con elementi comici, progressivamente sono diventate personaggi drammatici. Sono figure che oggi si battono contro la violenza di genere.”
Perché vedere la mostra?
Sulle tracce del crimine. Viaggio nel giallo e nero Rai è una mostra multimediale e un’occasione per ripercorrere la storia e le trasformazioni del Paese. “Il giallo è arrivato in TV a partire dagli anni ’80, diventando un eco delle dinamiche del Paese – si è congedato il curatore della mostra e sociologo dei media – la cronaca è arrivata nei TG soltanto tra gli anni ’70 e ’80. Le televisioni private, a partire da un certo periodo storico hanno puntato sulla cronaca nera, come elemento di attrazione. Si sono accorte che funzionava. Fino ad allora era argomento unicamente relegato alle riviste locali. Per conoscere fatti di cronaca nera bisognava leggere e acquistare determinate riviste. Ancora oggi, in alcune città italiane esistono quotidiani essenzialmente di cronaca.”