Inquinamento: durante il periodo del lockdown abbiamo avuto la percezione che la natura si fosse riappropriata dei propri spazi. Non solo orsi in amore, ma anche volpi in libertà, in città abbiamo visto germogliare fiori. Sembrava la svolta green fosse arrivata, invece non è andata del tutto così. “La riduzione del traffico registrata è stata del 60%. L’assenza della principale fonte di inquinamento ha, di fatto, parzialmente risolto il problema – ha osservato Giovanni Gualtieri, ingegnere e ricercatore del CNR, in riferimento allo studio portato avanti sul tema – la nostra ricerca ha confermato che il tema della qualità dell’aria è un sistema complesso, in cui intervengono una serie di fattori.”

Cambio di abitudini

“Le abitudini degli italiani, radicalmente cambiate, hanno comportato una drastica riduzione dell’uso delle auto e un aumento dell’accensione dei riscaldamenti, fonte notoria del PM10 e PM 2,5 primario – ha sottolineato Gualtieri, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – per il PM 2,5 abbiamo avuto riduzioni fino al 15% controbilanciate da aumenti fino al 9, 10%. A Milano il 50% delle emissioni del 2,5 deriva dall’uso del riscaldamento, nei mesi invernali.”

Inquinamento: le amministrazioni, dunque, per risolvere il problema dovrebbero chiedere di ridurre l’uso del riscaldamento, o cambiare fonte di calore, cercando di individuarne tra quelle sostenibili, oltre che impegnarsi nel risolvere il problema del traffico. “La materia è complessa, di certo è possibile affermare che il processo di decarbonizzazione dev’essere complessiva. Spegnendo un unico settore le migliorie sono poco soddisfacenti – si è congedato Gualtieri – in India, in Cina e altri Paesi esteri, la riduzione è stata di gran lunga maggiore dei PM10, ma se ci limitiamo ai Paesi sviluppati abbiamo riscontrato minima riduzione delle polveri. Tutte le fonti emissive, dovrebbero procedere tutte alla stessa velocità per pareggiare le emissioni. Non avrebbe senso concentrarsi su un solo settore.”

Quale Paese riuscirà, per primo, a portare avanti la svolta green, che rimandiamo da tempo?

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