Dario Vassallo, fratello Angelo Vassallo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

A dieci anni dall’omicidio del “sindaco pescatore” di Pollica (SA) Angelo Vassallo, ucciso con nove colpi di pistola poco distante dalla sua abitazione, le indagini non hanno prodotto alcun risultato, se non dubbi sulla scena del crimine contaminata e sospetti su intrecci con la malavita organizzata per spaccio di droga e altri affari legati all’edilizia. “Abbiamo scoperto dopo 8 anni che Angelo è stato ucciso da 9 colpi di pistola e non da 7 come avevano detto inizialmente –ha affermato Vassallo-. Sulla scena del delitto ci sono troppi uomini che hanno fatto un’azione non molto chiara. Nonostante tutto, dopo 10 anni, siamo ancora fiduciosi che questa situazione possa essere risolta. Spero che la magistratura abbia la forza di leggere il libro che abbiamo pubblicato (“La verità negata”) perché lì dentro c’è tutto. Acciaroli nel 2010 era un punto strategico per lo smistamento della droga, attraverso la droga si fanno i soldi e attraverso i soldi si fanno le speculazioni e le ricostruzioni. Basterebbe fare una foto fiscale per sapere cosa è successo in questi anni, per vedere chi ha costruito, chi ha venduto e comprato. Un sindaco che crede in un’economia pulita è chiaro che risulti scomodo. Se un sindaco di un Paese sperduto veniva invitato in Cina per fare una lezione sull’ambiente e sul modello di sviluppo nel 2006, non è che dobbiamo andare chissà che cosa. La ricchezza noi già ce l’abbiamo sotto gli occhi e sarebbe fruibile da tutti per creare attività legali nel rispetto dell’ambiente. Mentre in Cina era un modello da sviluppare, in Italia è stato un sindaco che doveva essere ucciso”.