Michele Bordo, vice capogruppo del PD alla Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla mancanza del numero legale per il voto in Parlamento

“Ci sono votazioni rispetto alle quali è necessario raggiungere una maggioranza assoluta o qualificata –ha spiegato Bordo-. Il problema molto probabilmente si presenterà a breve, perché per votare la Nadef è necessario avere la maggioranza assoluta degli eletti: 315 deputati, soglia che non potrà essere mai raggiunta se non sarà risolto il problema di come si trattano gli assenti, quindi bisognerà porsi il tema nella giunta per il regolamento. Per il momento non è previsto che i deputati possano votare a distanza, ma se non si raggiungesse la maggioranza sulla Nadef questo vorrebbe dire che il provvedimento non può essere approvato e di conseguenza non si potrebbe fare neanche la legge di bilancio. Nei parlamenti di altri Paesi europei il voto a distanza è stato già introdotto. Noi non abbiamo fatto proposte specifiche, è giusto che questo approfondimento venga fatto dall’Ufficio di presidenza e dalla giunta per il regolamento. Il Parlamento rischia di essere paralizzato se non interveniamo”.

Sulle proteste dell’opposizione

“Questi atteggiamenti dell’opposizione danno l’idea dell’irresponsabilità di queste forze politiche. Ieri è mancato il numero legale non per ragioni politiche, ma sanitarie. Non c’è un problema di tenuta del governo. In un Paese normale, di fronte a questa situazione, le opposizioni dovrebbero garantire la funzionalità del parlamento. Loro sostengono di non essere d’accordo con la proroga dello stato di emergenza, che però è necessaria, ce lo dicono gli esperti. E’ incomprensibile l’atteggiamento dell’opposizione. Ci sono tanti temi su cui è giusto mantenere posizioni differenti, ma qui parliamo di salute di cittadini e ci vorrebbe lo spirito unitario che abbiamo avuto a marzo e ad aprile”.

Sulla modifica dei decreti sicurezza

“Era assolutamente una priorità e finalmente li abbiamo cancellati. Per noi era necessario garantire contemporaneamente sicurezza ed accoglienza, un dovere non solo internazionale giuridico, ma soprattutto morale. Con la cancellazione dei decreti Salvini ritorna la possibilità di salvare vite in mare, così come strumenti che prevedono l’accoglienza e l’integrazione. Quei decreti non erano degni di un Paese civile ed avanzato come il nostro. Sicuramente si poteva fare prima, ma era necessario maturare un accordo con i partner di governo”.