Inquinamento atmosferico: Legambiente attraverso l’inchiesta Mal’Aria ha stilato le pagelle delle città italiane maggiormente inquinate. Sarebbero gli ultimi cinque anni il lasso di tempo preso in considerazione, mentre le polveri sottili e gli NO2 sarebbero gli inquinanti peggiori presi in considerazione. “Il Covid ci ha insegnato l’importanza della salute – ha osservato il responsabile scientifico Andrea Minutolo, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – dal nostro report emerge come l’85% dell’aria che respiriamo supera le concentrazioni di inquinanti medie annue stabilite dall’OMS. Se il Covid ha mietuto 35mila vittime, l’inquinamento ogni anno causa 70mila morti premature, dovute a malattie respiratorie, oltre ad un aggravamento dei costi sanitari per curare disturbi nocivi.”
Nord più inquinato
“Lo smart working e la mobilità alternativa sono alcuni dei rimedi positivi contro l’inquinamento atmosferico – ha specificato Minutolo – l’emergenza smog incide sulla salute delle persone, per questo è necessario favorire un minore uso di automobili e incrementare la quantità e l’efficienza dei mezzi pubblici. L’espressione sardine sul bus spiega chiaramente lo stato delle cose, ma abbiamo bisogno di soldi per muoverci in questa direzione. Se è vero che non ci si deve ammalare di Covid, non ci si deve ammalare neppure di inquinamento. Torino, Roma, Milano e Como sono le città italiane con zero in pagella, nessuna ha rispettato il limite suggerito dall’OMS per la tutela delle persone.”
La trasformazione da ferrovie a ciclabili
Trasformare un’idea in realtà significa investire denaro, soltanto un segnale governativo incisivo può favorire la trasformazione sopra descritta. L’altra idea, per arginare il problema dell’inquinamento atmosferico, è di incrementare la quantità di piste ciclabili, sostituendo i 5mila km dismessi di ferrovie in percorsi per bici. Antonio Dalla Venezia, coordinatore regionale FIAB Veneto, e presidente del comitato tecnico scientifico di Bicitalia.org, ha spiegato che al momento sono riusciti a recuperarne soltanto mille km. “Gli altri appartengono in parte alle ferrovie, o concessionarie, e devono essere acquistate dai comuni, e per farlo serve un congruo compenso – ha detto Dalla Venezia – a Nord una linea ferroviaria è stata acquistata, e trasformata, alla modica cifra di 2 milioni e mezzo di euro.” E’ il momento giusto per gli investimenti proposti?