Claudio Durigon, deputato della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Riguardo al mancato rinnovo di Quota 100 annunciato da Conte
“E’ normale che ci sono tantissime azioni che vadano rinnovate anno dopo anno. Se si vuole togliere quota 100 ci deve essere una strategia. Se l’alternativa è tornare alla legge Fornero ci barricheremo dentro il parlamento. Sembra ci sia un diktat da parte dell’Europa, ma non per migliorare la riforma delle pensioni, bensì per peggiorarla. Ipotesi quota 101? Se fai 63+37 è sbagliato, allungheresti di 103. Io sono stanco di sentirmi dire che in Italia la previdenza è un problema. Basterebbe scorporare la previdenza e l’assistenza, e vedrete che il sistema di previdenza si reggerebbe da solo come in tutta Europa. In questi 3 anni con Quota 100 siamo intorno ad una spesa complessiva di 12-13 miliardi, poco di più di quanto ci sono costate le salvaguardie della legge Fornero, quindi tutto questo allarmismo degli economisti non le vedo. Chi ha usufruito di quota 100? Nel pubblico ci sono state 93mila domande, tra autonomi e gestione privata le altre 200mila. Prima del covid, tra febbraio 2019 a febbraio 2020, si è abbassata la percentuale di disoccupazione di oltre 1 punto e si abbassa di 4 punti la disoccupazione giovanile. L’Europa ci ha chiesto la riforma del catasto, ovvero la patrimoniale, e la riforma delle pensioni. Su questo penso che un posizionamento reale sulle cose da fare dovrebbe essere diverso. Io non è che sono innamorato della quota 100, ma non sono innamorato della legge Fornero e di quota 101, i diritti vanno tutelati”.
Sul reddito di cittadinanza
“Il reddito di cittadinanza è il vero problema che noi abbiamo, perché avrebbe dovuto trovare il lavoro alle persone e questo non è avvenuto. Il reddito di cittadinanza fatto così, con un Anpal che non funziona, è un problema”.
Sull’aumento dello stipendio del presidente dell’Inps Tridico
“I compensi venivano decisi dal cda sulla base di un decreto ministeriale, all’interno del bilancio dell’Inps. Siccome per nominare i presidenti c’è un iter che dura mesi, si sono fatti commissari e sub-commissari. Dopodichè, va bene che si sia alzato questo stipendio, ma non vanno bene il contesto e le modalità. Se ad aprile, in piena pandemia e con gli ammortizzatori sociali da erogare, si fa un cda in cui si pensa ad aumentare questo stipendio e il 7 agosto si fa un decreto di Catalfo e Gualtieri per me questo è un problema”.