La pochette da uomo rappresenta un accessorio particolarmente elegante, capace di rendere un abito maschile unico nel suo genere. Le sue origini sembrerebbero antichissime, risalenti addirittura all’antico Egitto quando venivano impiegati piccoli ritagli di stoffa tinti di rosso come simbolo di richezza. E’ verso la fine del medioevo che il fazzoletto da taschino diventa popolare nella borghesia di tutta Europa, sia come accessorio ornamentale che come oggetto pratico. Nel corso del tempo un semplice fazzoletto diventa oggetto sempre più ricercato e di prestigio con la scelta del materiale e del ricamo che cambia per mostrare il proprio status e la propria ricchezza. La caratteristica forma quadrata viene pensata nel 1700 addirittura da Maria Antonietta, moglie del Re Luigi XVI di Francia. E’ lei a stabilire che il fazzoletto da taschino debba essere quadrato e di un formato, tascabile appunto, di 40 centimetri per lato. Secondo alcuni storici del costume il nome “pochette” deriverebbe proprio dal francese Poche che significa tasca. Si dovrà attendere però il XIX secolo per arrivare alla classica pochette maschile indossata nella tasca frontale della giacca. E’ nello stesso periodo che l’abito maschile “classico” diviene simbolo di stile ed eleganza in tutto il mondo.
Il Circolo Pickwick
Ed eccoci arrivare a Charles Dickens e al suo “Circolo Pickwick” l’opera che consacrò il successo letterario del grande romanziere britannico. Dickens stesso indossa la pochette in varie occasioni, così come molti dei suoi personaggi, a simboleggiare lo status di “gentleman”. L’enorme successo dell’opera porterà una società tessile a realizzare, fra il 1839 e il 1845 dunque pochi anni dopo l’uscita dell’ultimo fascicolo del Pickwick Club, una pochette in risposta all’enorme richiesta di tutte le cose “pickwickiane” in quel momento. Un fazzoletto con l’effige di dickens e dei suoi personaggi. Una “memorabilia” come la chiameremmo oggi o più semplicemente del merchandising. Qualcosa che però ha trovato una nuova vita grazie ad una società inglese che ha deciso di riprodurla dopo oltre 170 anni. La Rampley&Co di Londra ha deciso infatti di realizzare il fazzoletto, questa volta in seta rispetto all’originale che era di cotone, mantenendo però la fantasia dell’originale con i disegni, recuperati dal Museo di Londra, di Hablot Knight Browne, o “Phiz”, l’illustratore storico dei Pickwick Papers.
L’immagine centrale di Dickens si basa invece su un’incisione di Finden da un ritratto di Daniel Maclise del 1839. Questo è circondato da una ghirlanda, che raffigura i personaggi più amati dai lettori fra i quali Mr Pickwick, in alto al centro e Samuel Weller alla sua sinistra. Intorno al bordo è stampata una grafica color seppia con, in ciascuno dei quattro angoli, un arco gotico a trafori con teste grottesche e due goblin che tirano indietro una tenda per mostrare una disposizione di libri, il più vicino con la parola ‘Boz’ sul dorso – lo pseudonimo di Charles Dickens. Davanti ai libri si trova un calamaio con due penne e, sul retro, un amorino che regge un’ulteriore penna. Questo disegno è simile al frontespizio dell’edizione del 1837 dei Pickwick Papers illustrati da Knight Browne. Un pezzetto di storia della letteratura e del costume in soli 40 cm, tutti raccolti però vicino al cuore.