150 anni Roma Capitale: è terminato da poche ore il ciclo di convegni, organizzato dalla Fondazione Camillo Caetani, in collaborazione con la Società Romana di Storia Patria, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Tor Vergata. L’iniziativa ha avuto una gestazione di due anni, durante i quali si è riflettuto sulla complessità delle prospettive storiche, politiche, culturali ed economiche di una città importante, che deve rifiorire. Si è trattato dell’unica attività commemorativa.
Roma, città ricca di storia e d’arte
Roma è una città dalla storia millenaria, ma il momento in cui divenne Capitale fu importante per la storia del Paese e del mondo. “E’ stato un evento che ha cambiato gli assetti e gli equilibri preesistenti – ha osservato la professoressa Marina Formica, docente di Storia Moderna presso l’Università di Tor Vergata di Roma – la letteratura esistente su Roma è vastissima, affonda le sue radici nell’antichità. Nel parlare di Roma parliamo di una antica città d’arte.”
3 febbraio 1871
150 anni Roma Capitale, non molti se confrontati con la sua storia millenaria, ma cruciali perché hanno traghettato la città nel mondo contemporaneo. “Furono tante le discussioni su come trasformare Roma da città religiosa a città laica. Con l’emanazione della legge del 3 febbraio 1871, venne sancito il trasferimento della capitale d’Italia da Firenze a Roma – ha spiegato la professoressa Formica – il passaggio implicava il trasferimento dei ministeri, degli uffici, dell’alloggio per gli impiegati. Tutti aspetti che generarono non pochi conflitti. L’avvio per i lavori del Ministero delle Finanze, ad esempio, fu voluto da Quintino Sella.”
1798 – 1799
Prima dei famosi 150 anni, ci fu un momento cruciale (dal 1798 al 1799) che portò a riflettere sulla possibilità che la città potesse essere governata da laici. “Il periodo della Prima Repubblica Romana, volgarmente detta giacobina, fu il periodo in cui la città si sperimentò senza una guida religiosa – ha spiegato Marina Formica – il papa era riconosciuto come capo spirituale e non come sovrano.”