Piera Aiello, deputata del Gruppo misto e testimone di giustizia, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Sulla scarcerazione dei boss

“Ho audito in commissione 45 testimoni e collaboratori di giustizia e sono tutti preoccupati per il fatto che molti boss mafiosi che erano al 41 bis sono stati messi ai domiciliari –ha affermato Aiello-. Immaginate come può sentirsi una persona che ha denunciato queste persone, già comandavano dal carcere figuriamoci da casa”.

Sulle mancate tutele ai testimoni di giustizia

“Sto cercando di indagare su cosa sta succedendo. Non solo i testimoni e i collaboratori di giustizia lamentano mancate tutele, ma ci sono anche imprenditori che non sono mai entrati nel programma di protezione e vivono ancora nei loro luoghi d’origine pur avendo denunciato gare d’appalto truccate che poi hanno portato a sciogliere il comune. Queste persone oggi non hanno alcuna tutela. Le persone che denunciano la criminalità organizzata devono essere assolutamente tutelate e gli si deve dare lavoro. Io ho una legge insabbiata che non va avanti. Ora farò di tutto per mandarla avanti e se questo non succederà, chi bloccherà la legge ne pagherà le conseguenze politiche, perché io adesso ho le mani libere e dirò tutto alla stampa. Non si può più avallare questo scempio”.

Riguardo al suo addio al M5S

“Ho vissuto il periodo di testimonianza, quando i testimoni venivano accompagnati da esponenti del M5S nelle sedi opportune. Ora che siamo al governo, queste persone non vengono ascoltate. Cosa devo pensare io? Se avessi saputo che si sarebbero comportati così non sarei mai entrata nel Movimento, io non avevo bisogno di entrare in politica. Ero un’impiegata regionale, la mia famiglia stava bene, economicamente non mi mancava niente. Sono entrata in politica per dare voce ai testimoni di giustizia, l’unico modo per fermarmi è togliermi di mezzi, io sono qua da 30 anni che aspetto. Dentro al Movimento ci sono tante brave persone che lavorano bene, ma purtroppo quelli che dovevano ascoltarmi non mi hanno ascoltata. Io volevo solo essere ascoltata e migliorare la vita dei testimoni di giustizia, che fossero in programma di protezione o meno. La soluzione dei problemi non si può trovare aspettando, valutando, perché nel frattempo la gente muore, le cose devono essere fatte subito”.

Sui corteggiamenti di altri partiti

“Tutti mi stanno corteggiando politicamente, da destra e da sinistra, ma io in questo momento ho bisogno di disintossicarmi e pensare solo al mio lavoro, portare a termine il lavoro in commissione antimafia e portare avanti le mie leggi”.

Su Giletti sotto scorta

“Me l’immaginavo già dalle prime puntate che sarebbe finita così, i giornalisti che si occupano di queste cose finiscono sempre sotto scorta. Sono vicina a tutti coloro che si occupano di antimafia e ne pagano lo scotto. Spero che lui continui a fare luce su queste situazioni e che non abbia tentennamenti”.