di Fabio Camillacci/ Straordinaria scoperta astronomica: nelle nubi del pianeta Venere è stata individuata una possibile spia della presenza di vita. Si tratta in particolare della fosfina, o fosfuro di idrogeno: un gas che sulla Terra è prodotto solo industrialmente o da microrganismi in ambienti privi di ossigeno. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, è stata fatta dal gruppo di astronomi dell’Università britannica di Cardiff, coordinato da Jane Greaves. E’ senza dubbio uno degli indizi più potenti della presenza di forme biologiche al di fuori del nostro pianeta. Un’ipotesi che Carl Sagan teorizzava più di mezzo secolo fa.
Venere al microscopio. Da quando lo conosciamo un po’ meglio, questo pianeta è sceso piuttosto in fondo alla lista dei luoghi in cui cercare forme di vita extraterrestre. È il pianeta più vicino e più simile al nostro, almeno come dimensioni: ma la sua superficie è un inferno per la vicinanza al Sole. Tuttavia gli scienziati sanno che si possono trovare posti più temperati. Basta salire di quota, di qualche decina di chilometri ed è proprio da lì che arrivano questi indizi molto interessanti. La scoperta è stata presentata in una conferenza stampa dalla Royal astronomical society.
Alcuni dubbi. Precisiamo però che non si tratta della prova regina di aver trovato vita su o nei pressi di un altro pianeta diverso dal nostro. Ma gli esperti spiegano: “La fosfina è una cosiddetta ‘biosignature’, e la sua firma chimica sulla Terra è associata unicamente all’attività antropica o presenza di vita microbica. Qui sulla Terra non ci sono modi perché la fosfina sia prodotta in maniera abiotica in fondo al mare ci sono batteri che, attraverso dei processi ossidoriduttivi, sono in grado di produrla come scarto del metabolismo. La scoperta lascia questa suspance: potrebbero esserci microrganismi che sintetizzano fosfina su Venere”.
Le caratteristiche di Venere. L’atmosfera di questo pianeta rende la sua superficie uno dei luoghi più inospitali del Sistema solare. L’effetto serra trasforma l’ambiente al suolo in un forno, la pressione è pari allo schiacciamento che subisce un corpo a un chilometro di profondità nell’oceano. Ma tra i 53 e i 62 chilometri è, per così dire, ‘vivibile’. Gli accertamenti da parte degli scienziati proseguono.