Stefano Anastasia, garante delle persone private della libertà della regione Lazio, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

I fratelli Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro, hanno chiesto l’isolamento per paura di ritorsioni in cella

“La richiesta fatta dai loro legali mi sembra fondata visto com’è il clima, perché non è che i detenuti siano fuori dal mondo –ha affermato Anastasia-. Se sui social si scrivono certe cose, quelle cose le possono pensare anche i detenuti. Ci sono tre principali tipologie di detenuti che necessitano di protezione: gli autori di reati sessuali o contro i minori, gli appartenenti alle forze dell’ordine e i collaboratori di giustizia. A queste categorie, per cui esistono le cosiddette sezioni protette, possono aggiungersi gli autori di quei reati che vengono considerati di particolare impatto mediatico o che hanno suscitato particolari reazioni nell’opinione pubblica. Io solo per aver detto che la richiesta di isolamento è fondata sono stato insultato sui social. Va detto che nelle carceri italiane non ci sono situazioni tipo Prison Break, però la precauzione in questi casi è giustificata. La situazione in cui sono ora gli arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro è di isolamento per questioni legate al covid. Tutte le persone che entrano in carcere in questo periodo sono sottoposte a 14 giorni di isolamento. Questa è la vera condizione di isolamento in senso stretto. Quella che invece viene concessa a chi può rischiare la propria incolumità, è una condizione di isolamento in una sezione protetta in cui si sta con altri detenuti che per medesime o simili ragioni hanno necessità di essere separati dagli altri”.

I fratelli Bianchi sarebbero rimasti sorpresi del fatto che in carcere si può bere solo acqua

“Quando ci sono casi che suscitano particolare clamore, c’è un susseguirsi di notizie che forse non sono neanche notizie. Capisco la sorpresa di due persone che non abbiano precedenti, ma è così, in carcere si beve solo acqua, io penso che sia illegittimo, perché il regolamento penitenziario consentirebbe ai detenuti il consumo di una piccola parte di alcol che sicuramente gli farebbe meglio dei troppi psicofarmaci che vengono dati in carcere. Però le amministrazioni di ciascun penitenziario, per ragioni di sicurezza e perché di alcol se ne potrebbe fare smercio, vietano anche il consumo di un bicchiere di vino”.