Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla situazione economica
“I tre decreti economici fatti dal governo in questi 6 mesi assommano 100 miliardi di maggior debito, che sembrano un’enormità, ma l’economia reale è caduta di 200 miliardi –ha affermato Fassina-. E’ stato fatto uno sforzo enorme, però siamo in un contesto che è ancora più mostruoso delle risorse messe a disposizione. Ora dobbiamo fare in modo che ci siano le risorse per la costruzione e che arrivino in tempo. Non si possono usare le risorse del Recovery Found per interventi di taglio fiscale e spese permanenti, perché sono risorse per spese una tantum. A Bruxelles stanno aspettando il nostro piano, così come quello di altri Paesi. Il governo italiano non è in ritardo, sta lavorando, il problema semmai è che noi continuiamo a discutere di un Recovery che non è stato ancora formalmente approvato. Ci vuole il consenso di tutti e 27 i Paesi europei, ma alcuni Paesi come l’Ungheria non l’hanno approvato. Quindi è l’Europa che è in ritardo. Per l’Italia i progetti da finanziare con le risorse europee sono tanti, dalla scuola, alla sanità, alle infrastrutture. Bisogna prima definire delle priorità, con una visione, un senso strategico”.
Sul Mes
“Il Movimento 5 Stelle fa bene a continuare a respingerlo perché è un trattato internazionale esterno al diritto comunitario. Checchè ne dica il PD, lo statuto del Mes non è stato modificato ed ha delle condizionalità non all’accesso, ma dopo. Il Mes è una banca che valuta la solvibilità del debitore. Dopo che gli ha prestato i soldi, quella banca va dal debitore e verifica se è solvibile. Inoltre i 37 miliardi del Mes sono sostanzialmente irrilevanti, abbiamo bisogno della Bce faccia quello che sta facendo la banca centrale degli Usa. Un quadro straordinario come quello attuale non può essere affrontato con uno strumento come il Mes. Spero che il Pd che la smetta di insistere sul Mes che è un errore sul piano economico e politico”.