Giorgio Mulè, deputato e portavoce di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus
Sulle regionali
“Le consultazioni regionali, per la natura che hanno e l’importanza che hanno, indicano una direzione che è già consolidata con tutte le elezioni regionali che ci sono state. E’ ancora più importante in Liguria, dove c’è il laboratorio Frankenstein con l’alleanza PD-M5S e quindi ha un enorme valore dal punto di vista politico. Se di fronte a un 6-0, 5-1 o 4-2 il governo cadrà? No, perché questo governo non ha dignità, se avesse dignità sarebbe già caduto. E’ un governo che non ha un’anima, un governo di dannati, che sfugge al giudizio supremo, che è quello degli elettori. In caso di esito catastrofico, solo il Presidente della Repubblica potrebbe avviare una moral suasion, facendo prendere atto al governo del fatto che non rappresentano più il Paese e a rimettere il mandato nelle mani del Quirinale, ma non credo succederà. Con i primi exit poll su referendum e regionali, tutti i 5 Stelle non diranno una virgola sulle regionali e si concentreranno sulla vittoria storica del referendum”.
Sul referendum
“In aula ho votato sì per il referendum sul taglio dei parlamentari, per ragioni di trasparenza. Quando c’è un referendum di natura costituzionale il Parlamento non può fare muro e non dare la parola agli italiani. Allo stesso modo, al referendum convintamente voterò no perché sul risparmio è un caffè al giorno risparmiato per gli italiani come ha detto Cottarelli. Ogni giorno ognuno di noi paga antipasto, primo, secondo, dessert e caffè per il debito pubblico che questi incapaci non sono stati in grado di diminuire. Non esiste un regolamento della Camera e del Senato che è stato modificato, quindi i parlamentari continueranno a legiferare come se fossero ancora 950. Poi la questione della rappresentanza delle piccole regioni. Per tutto questo voto no. Fermarsi al taglio dei parlamentari obbedisce alla logica populista del M5S che dirà che la casta è stata punita”.