Il deputato del M5S Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Riguardo al referendum sul taglio dei parlamentari

“Vorremmo che una promessa fatta agli italiani da 37 anni riuscisse finalmente a concretizzarsi –ha affermato Brescia-. Penso che giustificare il no risulti molto complicato a tutti i partiti. In parlamento tutti votarono sì, ora provano a fare questi discorsi filosofici, sembra che tutti tengano particolarmente alla democrazia, agli equilibri, ma qui si sta discutendo di una cosa molto semplice: il numero dei parlamentari, tutto il resto sarà deciso in riforme che si affronteranno e si stanno già affrontando nelle sedi opportune. Penso che non ci sarà partita, ci sarà una vittoria netta del sì, anche perché il quesito è molto chiaro, non come il referendum di Renzi che mischiava diversi argomenti e ha creato molta confusione. Il tentativo di trasformare questo referendum in una lotta al M5S mi sembra davvero strumentale. PD? Spero che le loro ragioni siano legate soltanto al fatto che in più occasioni hanno votato no e allora qualcuno potrebbe sentirsi in imbarazzo a votare sì. Spero che si tranquillizzino tutti quanti e votino sì. Problema di rappresentanza in Senato? E’ assurdo considerare i senatori e i deputati come due cose distinte e separate, senatori e deputati saranno in totale 600, il rapporto è 1 a 100mila, un rapporto in linea con tutti i Paesi europei. Rispetto alla questione della scelta dei politici e delle elite, noi stiamo discutendo parallelamente della legge elettorale. Noi siamo per le preferenze, perché i cittadini devono tornare a scegliere i propri rappresentanti. Magari poi si arriverà ad un sistema misto, però dobbiamo necessariamente pensare ad un sistema che eviti che i parlamentari siano scelti da elite e non dai cittadini. Ma non lo faremo con questo referendum, bensì con le altre riforme costituzionali su cui stiamo lavorando. Trentino? Sul Trentino abbiamo voluto lasciare un numero di rappresentanti alto perché ci sono minoranze linguistiche da tutelare, partendo anche dal presupposto che le province di Trento e Bolzano sono autonome”.

Sulla legge elettorale

“Una volta abbassato il numero dei parlamentari, dovranno essere rivisti i regolamenti parlamentari. Per tutto il resto ci stiamo già muovendo, compresa la legge elettorale, che dovrebbe approdare il 28 settembre in aula. Ricordo però che Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha detto che dopo il taglio dei parlamentari si potrebbe andare tranquillamente al voto con l’attuale legge elettorale”.