Foad Aodi, presidente dell’Associazione Medici di origine Straniera in Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul rischio covid dagli sbarchi
“Oggi siamo nella terza fase della prima ondata del Coronavirus. Stanno arrivando molti contagi di importazione, alcuni anche da migranti. In Africa le percentuali sono molto inferiori rispetto ad Europa ed America. Per quanto riguarda i migranti, sono il 6% del totale dei contagiati in Italia. Tra questi, i migranti irregolari contagiati sono l’1,5%, una percentuale molto bassa. Noi abbiamo proposto una tessera prevenzione covid per tutti quelli che non hanno il permesso di soggiorno, per consentire loro di fare analisi e tutto ciò che è necessario in questo momento. Tanti migranti hanno paura di andare in strutture a fare accertamenti, soprattutto chi non ha il permesso di soggiorno. Poi c’è chi strumentalizza. Alle trasmissioni televisive mi dicono: ti invitiamo solo se dici delle cose in accordo con una certa parte politica”.
Sulle partenza dalla Tunisia
“Sono stato in Tunisia per delle riunioni e posso confermare che c’è la volontà di combattere l’immigrazione irregolare. Il problema principale è la corruzione di generali, poliziotti ai confini, e di politici che si coprono tra loro. Questi sono i veri datori di lavoro degli scafisti, che altrimenti non avrebbero vita facile per muoversi. 11 milioni da Italia per bloccare partenze? Non sono soldi ben investiti. Il problema è a chi li dai e chi controlla. Bisognerebbe investire su scuola, università e occupazione, questi sono i motivi per cui i giovani lasciano il Paese”.
Sulla visita di Di Maio in Libia
“In Libia oggi ci sono due governi, ma ogni governo è diviso in due, quindi parliamo di 4 fazioni –ha affermato Aodi-. A livello internazionale invece è divisa in due gruppi che litigano per la leadership con 5 Paesi che hanno interessi forti come Turchia, Russia, Egitto, UAE e Qatar. E’ il momento meno adeguato per parlare con la Libia, per fare un accordo di lungo termine tra Italia e Libia”.