Scuola: si dovrebbe ricominciare il prossimo 14 settembre, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Tra polemiche e problemi reali, come il rischio contagi, le famiglie si trovano a dover fare i conti con il consueto acquisto del materiale e, soprattutto, il recupero dei mesi perduti. Sappiamo che, in Italia, non tutti gli studenti sono riusciti a stare al passo con le materie di studio. C’è chi collegandosi ad internet ha potuto seguire, grazie alla didattica a distanza, e famiglie che non possiedono né internet né i computer.
L’opinione della pedagogista Tiziana Cristofari
“Le prestazioni mentali dei bambini sono tali da permettere loro di recuperare ciò che hanno perso – ha osservato la pedagogista Tiziana Cristofari, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – negli anni delle scuole medie si studia l’Italia, poi l’anno successivo l’Europa, e niente impedisce al bambino di recuperare. Diverso è il caso della matematica. In seconda elementare si arriva a studiare le tabelline, nel secondo semestre, se c’è chi è riuscito a seguire grazie alla famiglia bene, chi ha perso le lezioni e ha insegnanti che non vogliono tornare indietro avrà grosse difficoltà a recuperare.”
La dispersione scolastica
Scuola: a fronte dei rischi appena sottolineati, c’è pure la più grave delle ipotesi da considerare, ovvero la possibilità che i meno interessati decidano di abbandonare gli studi. “La dispersione scolastica è un problema dell’adulto, cioè di quello che l’adulto fa al bambino e al ragazzo. I ragazzi che abbandonano la scuola, pensano nella maggioranza dei casi di non saper studiare, di non essere in grado – ha sottolineato l’esperta – lo studio è un impegno per il bambino, e se all’interno dell’istituzione scolastica sarà sofferente lascerà.”
La trasformazione del mondo della scuola ha portato ad un cambio di paradigma che ha stravolto le vecchie priorità. La storia e la geografia, ad esempio, sono materie fondamentali diventate secondarie. “I presidi sono diventati dirigenti. La scuola è diventata un’industria a tutti gli effetti. Per il recupero delle materie, chi può rimedi con un’insegnante a casa.”
Scuole: le mutate esigenze pandemiche hanno portato gli istituti a cercare nuovi banchi, in grado di garantire il distanziamento. Quelli in plexiglas sarebbero stati bocciati, ha osservato Nicola Forzato, responsabile comunicazione dell’azienda Mobilferro, mentre quelli verdi di una volta, “non se ne fanno più per esigenze estetiche. Abbiamo lavorato tutto il periodo estivo sui nuovi modelli, 50 per 70 con le rotelle, dobbiamo fornirne 190mila circa, e 40mila sedie,” ha aggiunto subito dopo Forzato.