Degà esce con un lavoro intitolato “Bramarti”. Si tratta di una ballata indie “anello di congiunzione tra Calcutta e i Negramaro”, impreziosita da citazioni letterarie e rimandi storici di tutto rispetto. Un amore struggente raccontato con un pianoforte scarno e una batteria dritta, dove la strofa sfocia in un ritornello ricco di lirismo e vocalizzi melodici. E’ il singolo d’esordio e questo ha creato la necessità di raccontare qualcosa di forte come una storia di un amore fatto di due mondi all’apparenza distanti, che però finiscono per contaminarsi e dar vita ai sensi più puri. Senza più nascondersi dietro congetture o metafore, ma, attraverso il linguaggio chiaro e poetico del corpo, inteso come forme vive oltre le singole accezioni o valutazioni. Convivono nel testo riferimenti alla poetica di Shakespeare come alla filosofia di Dostoevskij, retaggi culturali mediterranei e quel gusto della scuola cantautorale italiana rinnovata da un arrangiamento it-pop tipico del nostro tempo.

Ecco raccontato dall’artista stesso il senso di “Bramarti”, che è soltanto l’inizio di un progetto più strutturato che proseguirà con nuovi singoli, e si concluderà con la pubblicazione del debut album.

Chi?
Gaetano Marrone, in arte Degà. Sono innamorato della musica da sempre, che io ricordi. Non c’è mai stato un periodo in cui non è stata il centro di tutto. Ogni mia scelta è stata guidata da lei. Ho iniziato a scrivere a 19 anni, sia per me, che per altri. Sono pochissimi i periodi in cui non l’ho fatto. Oggi mi ritrovo a ripartire da capo con un progetto tutto nuovo. Sono cambiato molto e con me non poteva non cambiare anche la mia musica. Da qui la necessità di ripartire quasi da zero. “Bramarti” è solo il primo di una serie di brani, che usciranno a breve.

Che cosa?
La mia storia musicale. Quando riascolto uno a caso dei miei ultimi brani, ogni cosa è al suo posto. Ovviamente per me. Ogni nota, ogni parola sono esattamente come e dove devono essere. Sono sempre stato molto sicuro di me, ma allo stesso tempo insicuro nel permettere agli altri di dirmi cosa andasse bene e cosa no, di dirmi io chi fossi. Oggi accetto consigli, ma… l’ultima parola è la mia. Sono la persona della quale più mi fido, perché non voglio vivere di musica a tutti i costi, ma lasciare che lei viva in me senza mai più “pause di riflessione”. Almeno non troppo lunghe.

Quando?
Oggi È quello che più mi interessa. Se l’uomo è nato, si muove e vive allo scopo di sentire emozioni, allora io sono fortunato, perché ho con me la mia amante perfetta, quando ci incontriamo, perché spesso è sfuggente. La corteggio, mi conquista, è una bella danza.

Dove?
Dentro di me, dovunque nel mondo. Ogni volta che ho scritto un brano, ho sempre saputo, prima ancora che me lo dicessero, che si sarebbe sentita un po’ della mia Napoli e “solo un po’“ di tutto il resto. Che posso dire… meno male!

Perché?
Perché ho capito di non averlo scelto. Perché non posso prescindere dal fare musica. Perché senza musica non vibro, sono felice, ma non del tutto. Sono allegro, ma non del tutto. Ogni cosa è approssimativa, un po’ più falsa.

Ecco il video di “Bramarti” di Degà: