Il senatore Gianluigi Paragone, fondatore di “No Europa per l’Italia – Italexit con Paragone”, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Riguardo l’uscita dell’Italia dall’UE

“Sto andando in giro per l’Italia e, parlando con gli imprenditori, ho capito che è una grossa balla che loro hanno paura dell’uscita dell’Italia dall’Euro –ha affermato Paragone-. Quando gli imprenditori capiscono che la Germania sta pensando a smontare l’impero di Bruxelles, anche gli imprenditori italiani dicono: perché noi dobbiamo rimanere sotto le macerie? Nel mondo le banche centrali stanno stampando e non c’è un problema d’inflazione, c’è un tema di economia reale. Tutti i soldi che vengono messi a disposizione dall’UE non finiscono nell’economia reale. L’Europa rischia di fare esplodere le proprie contraddizioni. Alla Germania bisognerebbe dire, in questa fase di debolezza, siccome non voglio che l’uscita sia dettata da te con i tempi che decidi tu, io il dibattito lo apro adesso. La Germania ha una paura fottuta che l’Italia se ne vada. Se si aprisse un dibattito serio sull’uscita dell’Italia dall’UE, in Europa si aprirebbe una crepa e verrebbe giù tutto”.

Sul governo

“A pochi giorni della scuola non si capisce nulla. C’è il commissario Arcuri che si occupa di tutto e non è capace di occuparsi di niente. Ci sono tutte le famose partite industriali macro, da Atlantia ad Autostrade, Ilva, Alitalia e non sappiamo ancora nulla. Il governo fa dichiarazioni, ma la soluzione non c’è. Devono presentare il piano di spesa per il Recovery Found e non hanno dato un po’ di ordine alla visione industriale che dovrebbe sottintendere ai prestiti del recovery. E lì ne vedremo delle belle perché capiremo che i soldi arrivano solo se ci sono dei progetti validi”.

Sui truffati dalle banche

“Di Maio va in giro a dire che hanno dato i soldi ai truffati dalle banche si dovrebbe vergognare perché i truffati dalle banche non hanno preso un centesimo. E lui in campagna elettorale gli diceva che dovevano prendere tutto quello che gli spettava, il 100% e di non accettare un centesimo di meno”.