Galveston è il nuovo film di Mélanie Laurent con Elle Fanning
Roy, all’alba dei quarant’anni, ha problemi con l’alcool ed è al soldo di un malavitoso di New Orleans, Stan. Risolve problemi, riscuote debiti e toglie di mezzo chi non gioca per la squadra. Lo stesso giorno che gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni, il suo boss gli affida un lavoro senza armi, di quelli “non voglio che nessuno si faccia male”. In realtà si tratta di una trappola, lo vogliono morto.
Nel darsi alla fuga salva Rocky, una prostituita diciannovenne. Insieme si perdono in un rocambolesco viaggio alla volta di Galveston – cittadina del Texas, luogo legato al misterioso passato di Roy – uniti da una sorte drammatica e trascorsi di grande sofferenza. Lungo la strada la ragazza lo convince a fare una sosta per recuperare la sua sorellina di tre anni: sotto la minaccia di una pistola, Rocky strappa Tiffany agli abusi del patrigno. Approdati in un modesto motel con una losca clientela, stringono un legame particolare, completamente diverso da quelli vissuti prima da entrambi. L’uno sorregge l’altro nell’affrontare il destino avverso e nel fare i conti con il passato. Roy vuole assicurare alle due sorelle un futuro migliore.
E fin qui, nulla di nuovo. Una “storia americana”, road movie che, come da tradizione, esplora la conflittualità interiore dei personaggi e il loro rapporto. Ciò che salta all’occhio è però l’accuratezza dell’indagine psicologica. Nella narrazione di una storia già vista la gamma di emozioni, pensieri e sensazioni offerte dai protagonisti è ben più ampia del solito. Vuoi perché Ben Foster ed Elle Fanning donano al film una profonda intensità emotiva, vuoi perché c’è un’anomalia interessante a fare di Galveston una piacevole eccezione.
Un noir americano potenzialmente muscolare e ad alto tasso di adrenalina, diretto da una donna, europea, nello specifico parigina. Ecco che il film americano si impregna di una fragranza francese e riceve le giuste suggestioni, sulla Fanning e il candore che la contraddistingue – imprescindibile nell’ultimo Allen Un giorno di pioggia a New York – lo spirito d’Oltralpe attecchisce facilmente ed un cinema diverso, più delicato, sensibile, attento al disagio del mondo raccontato, trova terreno fertile. Il suo personaggio, infatti, regista e attrice lo costruiscono insieme sul set, durante le riprese.
È stata forse questa sua indipendenza e libertà nel condurre il film ad aver causato problemi a Mélanie Laurent. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Nic Pizzolatto, il primo dell’autore che ha creato e scritto l’acclamata serie HBO True Detective, ma a causa di divergenze con la regista in merito alla sceneggiatura – che non sono note – decide di disconoscere l’opera.
In uscita nel 2018, Galveston arriva in Italia quest’anno ed il risultato, pur senza la firma del suo ideatore, è un film che spicca all’interno di un genere blasonato.