Matteo Richetti, senatore di Azione, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Riguardo all’interrogazione parlamentare sui nuovi banchi scolastici anti-Covid da 300 euro

“Il problema non è tanto il costo, o la necessità della scuola di avere una strumentazione moderna. Ma chi è che senza una macchina comincia a comprare i sedili? Prima ci si preoccupa del motore, della sicurezza di questa auto. Alla fine del dramma del lockdown, i nostri ragazzi saranno rimasti a casa 6-7 mesi. In questi mesi nelle scuole italiane non si è fatto assolutamente nulla. Poi sembra che arriverà una montagna di soldi dall’Europa e la ministra Azzolina comincia dai banchi. Io ho raccolto il grido di dolore dell’associazione Priorità alla scuola. Non abbiamo ancora capito quanti se ne compreranno, se si prendesse un banco a studente spenderemmo oltre 2 miliardi di euro. Li prenderanno per tutti, o ci saranno discriminazioni territoriali? Le nostre esigenze fondamentali sono: sicurezza delle strutture e continuità didattica. Si parla di didattica a distanza, di cinema, di alberghi, in più annunciano che la scuola riprenderà il 14 settembre e il 20-21 ci sarà una tornata elettorale che non so quali edifici interesserà. L’unica cosa certa è che Arcuri ha dato il via alla procedura di avvio di questi nuovi banchi”.

Sulla movida e le raccomandazioni ai giovani

“Trovo fastidioso questo atteggiamento di attribuzione di irresponsabilità ai ragazzi. Abbiamo esasperato le loro abitudini di vita, anche in fase di uscita dal lockdown abbiamo tenuto chiuse le scuole e addirittura le biblioteche delle università. Però non voglio neanche sottovalutare il problema. Ieri una serie di colleghi mi hanno detto: perché in Romagna ci sono momenti continuativi di assembramento di giovani e non si danno indicazioni per mettere loro stessi in sicurezza? Le cose devono avvenire rispettando le regole. Girando un po’ l’Italia vedo che purtroppo gli schemi sono un po’ saltati. O non c’è più rischio e allora tutti possono fare tutto, oppure c’è ancora un problema e allora bisogna far rispettare le regole. Certo, se l’unica cosa riaperta è un locale, mentre scuole e biblioteche sono chiuse, dove si incontrano i ragazzi?”.

Sul Recovery Fund

“Io utilizzerei sia Mes sia Recovery Fund, perché questo Paese avrebbe bisogno di tutte le leve per produrre investimenti e occupazione. Però basta bonus, al prossimo bonus li butto giù dalla finestra. I vincoli del Recovery Fund sono più stringenti di quelli del Mes e saranno disponibili tra molti mesi. Le imprese e le famiglie di quei soldi hanno bisogno oggi, quindi non ha senso creare illusioni ed aspettative. Sono convinto che dovremmo accedere subito al Mes e poi l’anno prossimo utilizzare i soldi del Recovery Fund”.