Giorgio Mulè, portavoce e deputato di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Riguardo all’accordo sul Recovery Fund

“Il punto centrale da risolvere subito è capire come spendere questi soldi –ha affermato Mulè-. Ci sono meno di 100 giorni per inviare a Bruxelles un documento in cui andranno indicati i progetti precisi, con i costi, i trasferimenti, l’impatto. Questo significa che sotto la canicola di ferragosto il governo, e si spera il parlamento, dovranno essere al lavoro e entro fine ottobre dovranno essere in grado di inviare questo piano a Bruxelles. Senza ricorrere a task force e orpelli vari, bisogna che il parlamento faccia il parlamento, che la maggioranza abbia l’umiltà di sedersi a un tavolo e ascoltare la nostra volontà di fare il bene del Paese. All’interno del Ppe Berlusconi e Tajani hanno lavorato da marzo per il bazooka europeo, adesso si tratta di essere seri e utilizzare bene questo importante stanziamento. Vediamo di non farci descrivere dagli olandesi e degli altri Paesi come quelli che non sono in grado di utilizzare i fondi. Noi non avremo un meccanismo di controllo ferreo come accadde con la Grecia, io spero che ci sia maturità da parte di forze politiche che nel tempo hanno dimostrato la loro incapacità di decidere, spero si spoglino di quella ideologia che ci ha fatto perdere credibilità in Europa”.

Su riforma pensioni e lavoro

“Se in futuro ci fossero dei problemi bisognerà rivedere il sistema pensionistico, ma ora non è questa la priorità. Adesso bisogna creare lavoro. Bisogna uscire dalla logica folle che il lavoro si crei per decreto o attraverso i navigator. Il lavoro va creato con investimenti in infrastrutture ed edilizia. Questo va fatto con le forze di maggioranza e di opposizione. Noi e FDI siamo stati accanto all’Italia in questa trattativa con l’Europa, non siamo stati a tirare i sassolini o a mangiare i pop-corn. Un’opposizione che dice sempre no non è un’opposizione costruttiva. Un Paese normale nel giro di 60 giorni si siede, in commissione bicamerale decide il piano da inviare a Bruxelles. Il premier abbia la maturità di proporre una commissione bicamerale, altrimenti sarà l’occasione della vita buttata al macero”.