Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FDI) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul Consiglio UE
“Ascoltando le parole di Conte mi è tornato in mente quando, in piena emergenza sanitaria, con l’Europa che cincischiava, io ammainai la bandiera dell’UE nel mio studio, la misi nel mio cassetto e dissi: forse ci vediamo più tardi. E non mi pento di averlo fatto –ha affermato Rampelli-. L’Europa non ha ancora mosso un dito. E stiamo parlando oltretutto di fondi che dovrebbero servire per l’emergenza sanitaria, se ci fosse una seconda ondata in autunno, si rischia che questi fondi siano in ritardo anche per la seconda ondata. L’Europa deve riformarsi perché non è possibile che a 3 mesi di distanza dallo scoppio della pandemia, non sia stato ancora erogato un solo euro. Gli errori sono stati fatti da Conte, ma non soltanto da lui. Il rapporto con l’Europa è malato all’origine. Il nostro debito pubblico ci viene sempre sbattuto in faccia, è sicuramente un problema, però è ampiamente ripagato dal risparmio e dalle proprietà degli italiani. Altri Paesi hanno un debito pubblico più basso, ma non hanno la copertura, quindi dovrebbero stare peggio di noi. L’Italia deve riuscire a farsi rispettare. Appare una Germania disponibile nei nostri confronti, ma è tutta apparenza, perché i Paesi del nord sono alleati di Berlino. Questi Paesi frugali si permettono di alzare la voce, ma sono di fatto dei paradisi fiscali. Bisogna cercare di essere incisivi e determinati anche nella fase propositiva, queste anomalie vanno corrette e l’Italia deve porre il problema in maniera decisa, perché finora non è stato fatto”.