Il sottosegretario al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Salvatore Margiotta (PD) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
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“Dire che alla fine pagheranno i contribuenti non mi sembra la giusta interpretazione –ha affermato Margiotta-. In questo caso non vi è stata altra scelta che l’utilizzo di Cdp, non credo vi fosse migliore scelta e non credo proprio che i Benetton ci guadagneranno, tant’è che hanno provato fino all’ultimo a non accettare i termini dell’accordo e ora non mi sembra siano contenti. Potrei cavarmela facilmente dicendo che nel 2008 io e il Pd votammo contro la convenzione con Aspi, ma qui si tratta dello Stato. Quando lo Stato è forte l’utilizzo di privati nella gestione dei beni dello Stato medesimo è una cosa secondo me auspicabile. Ma Stato forte significa che le regole vanno fatte prima e non dopo. Rispetto al rischio revoca, con le conseguenze immaginabili, e rispetto al fatto che non poteva passare in cavalleria tutta la vicenda, il risultato mi sembra il migliore possibile. E’ vero che c’è l’esborso pubblico, ma ora lo Stato avrà anche degli introiti per la gestione. Nella sostanza si è arrivati alla soluzione a cui hanno lavorato due ministri del PD, non c’è dubbio che la soluzione sia quella che voleva il Pd, ma credo anche i 5 Stelle visto che esultano più di quanto facciamo noi, che siamo abituati ad altri toni. Non rientra nella nostra cultura politica fare certe affermazioni come quelle che ho sentito: ‘abbiamo preso a schiaffi i Benetton’. Cdp rimarrà azionista di maggioranza? Se l’operazione portasse un bene allo Stato bisognerebbe ragionare su questa possibilità. Anche se credo che nello statuto di Cdp ci sia il vincolo a non essere azionista di maggioranza per più di 5 anni. La mia idea è che in un virtuoso rapporto tra pubblico e privato ci sia la risoluzione dei problemi dell’economia”.