Davide Faraone, capogruppo di Italia viva al Senato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul dossier Autostrade
“Continuiamo ad avere una posizione impopolare su questo punto, ma confondere il piano giudiziario con l’impostazione di sfasciare totalmente una società, di rischiare di mettere fuori centinaia di migliaia di lavoratori, di disperdere un patrimonio nazionale io credo che sia spericolato. Dobbiamo riuscire a trovare un equilibrio tra la legittima esigenza manifestata dai familiari delle vittime, e il non sfasciare un patrimonio nazionale. Ci sono tante vie percorribili, una l’ha proposta Renzi con l’intervento di Cdp su Atlantia. Questo non è un tema da campagna elettorale, ma di governo e qui si misura il grado di credibilità del governo. Sta lì la differenza tra chi è populista, demagogo, che va dietro al sentimento del primo minuto, e chi deve gestire un Paese in situazione di grave crisi economica. Se noi ci imbattessimo in una causa per punire una società, e dovessimo perderla, paradossalmente l’andremmo a premiare, pagandola con i soldi dei contribuenti. Non è che per perseguire coloro che guidano quella società possiamo far pagare tutti. Credo che il premier Conte non possa diventare il Di Battista della situazione. Leggere dichiarazioni di Conte alla Di Battista mi fa male, perché Conte è il mio presidente del Consiglio e Di Battista è una persona che io reputo lontano anni luce da me. Il piano etico-morale va certamente preso in considerazione, altrimenti non staremmo qui a discutere. Qui nessuno sta proponendo lo status quo, noi proponiamo un cambiamento rispetto alle concessioni che sono state molto generose. Dopodichè diciamo che bisogna trovare il giusto equilibrio tra la legittima esigenza manifestata dai familiari delle vittime, e il non sfasciare un patrimonio nazionale. Non è compito della politica perseguire i colpevoli, ma della magistratura che sono certo svolgerà bene il suo lavoro e soddisferà il desiderio di giustizia che riguarda tutti in questa vicenda. Aspi come Ilva e Alitalia? Valutiamo positivamente tutte le ipotesi di equilibrio che non producano danno alla collettività. Da liberale non avrei mai immaginato un intervento dello Stato in una vicenda di questo tipo, se oggi lo immaginiamo è perché riteniamo che sia una situazione straordinaria. Evitiamo però di farci trascinare dal populismo”.