Vittoriana Abate, giornalista RAI, redattrice della trasmissione Porta a Porta, è intervenuta sulla situazione delle donne nel giornalismo in Italia, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus. “Stupiscono i dati dell’Osservatorio Europeo del Giornalismo. La massiccia presenza maschile riportata riguarda soprattutto i colleghi della carta stampata, in televisione la presenza delle donne è quasi di tendenza – ha osservato Vittoriana Abate – raramente riescono a ricoprire ruoli di potere. Quella di giornalista rimane comunque una professione difficile, richiede molti anni di gavetta, malpagati.”
Le esigenze televisive
Le regole comunicative, quindi, non sono uguali: se la carta stampata richiede una certa preparazione letteraria, e la radio una buona scioltezza nel parlare e una certa impostazione della voce, “la televisione è immagine. Non vi nego che l’idea di dover cercare la fonte, verificarla, prepararmi sui contenuti, per un servizio televisivo, e poi occuparmi della messa in piega è faticoso: è un lavoro nel lavoro – ha sottolineato la giornalista – ma se si sceglie di apparire in pubblico, come quando andiamo ad un ricevimento, dobbiamo essere in ordine. Nelle giornaliste più giovani, quando vedo eccesso di cura mi viene da capire se siano pure preparate, e mi sorprende molto scoprire che oltre ad essere particolarmente belle siano anche brave.”
La redazione di Porta a Porta
Vittoriana Abate ha raccontato, per l’occasione, l’atmosfera che si respira nella redazione di Porta a Porta. “Sono venticinque anni che lavoriamo insieme, siamo una famiglia, abbiamo attraverso tempi difficili, li abbiamo vissuti in prima linea: dalle Torri Gemelle ad altri casi di cronaca, ma sono momenti che ci hanno uniti – ha specificato la Abate – inizialmente mi occupavo di cronaca, adesso seguo la politica, non sento competizione coi colleghi, va molto meglio rispetto ai primi anni, in cui dovevo continuamente dimostrare. Bruno Vespa quando mi scelse mi disse che la trasmissione è sua e non avrei avuto visibilità.”
Il mestiere di giornalista, quello di conduttore e l’invidia del mestiere (sul caso Cuccarini – Matano)
C’è una differenza sostanziale tra il lavoro di conduttore televisivo e quello di giornalista, “la conduzione è un mondo a parte. Ho visto donne farsi la guerra tra loro. Il discorso della solidarietà femminile cade in due minuti di diretta, non è un problema uomo – donna, ma l’oggetto del contendere è la visibilità che mette in competizione chiunque – si è congedata Vittoriana Abate – non mi sorprende il caso Matano-Cuccarini, non è un caso isolato. Tutte le coppie che hanno preceduto la loro hanno avuto attriti. La conduzione a due è difficile, se l’uomo è una primadonna (e non è un fattore negativo) è difficile che possa convivere con un’altra primadonna senza problemi.”