Stefano Ceccanti, capogruppo PD in Commissione Affari costituzionali,  è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul ddl Zan contro le discriminazioni sessuali

“Il punto è l’incitazione ad atti di violenza, questo è quello che reprime il testo, quello che in America si chiama hate speech –ha spiegato Ceccanti-. E’ un qualcosa che noi conosciamo nel nostro ordinamento per analogia con la legge Scelba, non ogni deficiente che fa affermazioni sull’estrema destra viene punito dalla Legge Scelba, ma ogni affermazione che incita alla violenza e legittima atti di violenza. Non si tratta di reati di opinione. Non è il tono della critica che uno fa, questo rientra nell’ambito della libertà di opinione. Ma se uno dice: uccidete gli omosessuali, è un’altra cosa. Il punto centrale sta nei social media. Quello che ha creato allarme sociale è la legittimazione della violenza attraverso i social. Alcuni parlamentari di FI sono d’accordo con l’impostazione della legge, sono FDI e Lega che si sono schierati contro. La Lega vorrebbe abrogare del tutto la legge Mancino contro le varie forme di istituzioni all’odio, da questo punto di vista sono coerenti. E’ giusto non avere un atteggiamento estremo proibendo idee che non ci piacciono, però un minimo di autodifesa la democrazia se la deve dare altrimenti si diffondono e legittimano comportamenti che possono portare a svuotare la democrazia dall’interno”.