Slitta al 18 settembre la prossima udienza preliminare sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Nella tragedia del resort, che il 18 gennaio del 2017 fu travolto da una valanga, persero la vita 29 persone. L’udienza era già stata rinviata il 27 marzo scorso, nel pieno dell’emergenza Covid e si sarebbe dovuta tenere il 10 luglio. Tuttavia le esigenze organizzative legate alla necessità di garantire sicurezza e distanziamento sociale hanno imposto un ulteriore rinvio. Giampaolo Matrone, il superstite simbolo della più grave tragedia sulla neve mai accaduta in Italia, è intervenuto nella trasmissione “Dea bendata” condotta da Matteo Torrioli su su Cusano Tv Italia (ch. 264 dtt).

“Conosciamo la giustizia italiana, speriamo sempre che un giorno cambi, ma sulla mia pelle mi sto accorgendo che non cambia niente –ha affermato Matrone-. Dopo un anno 8 rinvii per un processo così grande mi sembrano veramente una follia, soprattutto per quei 29 angeli che non ci sono più e che attendono una giustizia. E noi che siamo rimasti in vita è giusto che sappiamo la verità. Ora utilizzano la scusa del Covid, ma i problemi c’erano già prima di febbraio, ogni volta c’è una scusa. Avevano proposto il Palazzetto dello sport, ma hanno detto che i tempi erano troppo stretti per organizzare tutto. Noi abbiamo detto che siamo disposti a rimanere a casa, purchè il processo venga fatto. Ma se mi fai rimanere a casa e poi il processo lo rinvii comunque non ci sto. Ora l’ipotesi è di fare delle videoconferenze, oppure fare un’udienza ogni venerdì di settembre. La verità è che il processo di Rigopiano non lo vogliono fare perché ci sono in ballo molte teste di personaggi importanti, ci sono in ballo tre enti, più la prefettura, la regione, il comune. Gli ha detto male che mi sono salvato io, perché sarò il loro incubo per tutta la vita, come è stato un incubo per me stare tutto quel tempo sotto le macerie. Mi sono arrivate voci di qualcuno che diceva che mi dovevo un po’ ridimensionare, calmare, però personalmente non mi è arrivata nessuna minaccia. Non mi è arrivata né la telefonata di minaccia, né quella per chiedere come stavo. Però sono venuti a farsi le foto il 18 gennaio. Dei personaggi famosi che vengono il 18 gennaio alla ricorrenza mi sono stufato, perché poi tutti i giorni sono io a fare i conti con le macerie, la paura del buio e con mia figlia che chiede sempre della mamma”.